La "questione" Perugina al Mise entro settembre

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PERUGIA, 15 SETTEMBRE 2015 – In vista del primo incontro («entro settembre) con la multinazionale Nestlè al ministero dello Sviluppo economico (Mise), la presidente dell’Umbria Catiuscia Marini, in consiglio regionale è tornata sulla questione Perugina, ricordandone i termini a un anno dalla firma del contratto di solidarietà (che ha scongiurato, nell’immediato, l’esubero di 210 dipendenti) e sottolineando che il «confronto a livello nazionale è necessario, perché la nostra preoccupazione è legata all’idea che Nestlè sia molto concentrata a rilanciare il Bacio a livello internazionale, ma voglia rilegare solo a questo e alle tavolette lo stabilimento di San Sisto, portando gradualmente alla chiusura degli altri reparti».[MORE]

«Le questioni aperte – ha spiegato la governatrice – riguardano il mantenimento dell’impianto produttivo nella sua integrità, compresi i posti di lavoro, e la scelta strategica che la multinazionale deve fare. Occorre capire quali sono le prospettive commerciali delle produzioni, mantenere i volumi produttivi non al di sotto delle 25mila tonnellate».
«Noi, come istituzioni – incalza Marini –, ci dobbiamo concentrare ad aprire un dialogo nel merito del piano industriale e far disvelare le strategie della multinazionale sull’Italia e su Perugia», per «evitare che quella sulla Perugina diventi una vera e propria vertenza che coinvolga i livelli occupazionali». Da qui, la proposta della governatrice di spostare il dibattito sul tavolo del consiglio regionale dopo l’incontro al Mise, per arrivare a definire un atto di indirizzo di concerto con le forze politiche.

Frattanto, l’on. Giampiero Giulietti ha presentato un’interrogazione al Mise, sottoscritta altresì dai deputati Guglielmo Epifani, Marina Sereni, Anna Ascani e Walter Verini, in cui si sollecita il Governo ad attivarsi a tutela dello stabilimento di San Sisto della Perugina-Nestlè: «È necessario capire – osservano i parlamentari – quali siano le intenzioni della multinazionale su Perugia e sugli altri stabilimenti del settore in Italia che occupano complessivamente oltre 3mila persone e che hanno a che fare con evidenti cali di produzione, pertanto chiediamo al Governo di intervenire presso Nestlè Italia al fine di sapere se l’Italia resta un paese strategico per la multinazionale e di attivarsi affinché le scelte aziendali siano indirizzate a tutelare la qualità delle produzioni, dando prospettive di crescita, e a garantire i lavoratori».

Domenico Carelli

(Foto: ilmessaggero.it)

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Scritto da Domenico Carelli

Giornalista di InfoOggi

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