Resilienze

Lezione della storia in favore della Liberta' di Espressione

10 GENNAIO 2015 - A Parigi come a Roma e nel resto delle capitali Europee, matite e penne in aria contro il terrore degli AK47. Resilienze vuole metterci una sua penna o una matita, vuole alzarle entrambe e farle svettare come unica piccola pacifica arma possibile, coraggiosa e fiera, contro il crimine dell’oppressione sulla libertà d’espressione e di pensiero; dal momento che la parola, le idee, i pensieri, in questi giorni e ore, appaiono finalmente nella loro natura, non più consunta, bislacca e insignificante, bensì in quella strategica, rivoluzionaria e rischiosissima, per questo divenute bersaglio da colpire e se possibile cancellare più dei parlamenti, più delle caserme più che delle istituzioni, delle cattedrali politiche o delle chiese di ogni religione.

E’ nelle parole che albergano le idee e nelle sue forme più creative le divergenze, i contrasti e i falsi idoli. La parola anche del tratto sicuro e spedito di una vignetta, trasformata nella nuova frontiera da difendere, dentro e fuori le Scuole, le Redazioni dei Giornali, le Piazze le Strade, i luoghi della vita della gente comune.[MORE]

Forse perché tutto quello che i fondamentalismi, e gli estremismi vogliono alimentare e demolire con tanta dissennata crudeltà, tanta volontà organizzata di seminare morti e distruzioni, è tutto riposto nel convincimento che l’ideologia da qualunque latitudine o longitudine religiosa o laica provenga, attraversa sempre la parola ed a essa si riconduce, trasformando molti esseri umani in orde di bestie feroci assetati del sangue degli innocenti, degli inermi ed ignari: uomini donne e bambini, fratelli, mariti mogli e figli. E’ una spietata e lucida lezione di Storia la cui definizione, descrivere l’orrore, lo sdegno per gli avvenimenti Parigini del 7gennaio 2015.

La vendetta il rancore dettati da vere o presunte offese, NON devono giustificare i tanti, troppi genocidi della storia né recente né passata.

I corsi e i ricorsi della Storia invece, ne evocano gli spettri: Gaza come Marzabotto; le Fosse Ardeatine come il napalm su milioni di innocenti in Vietnam o nell' Etiopia di Ailè Selassiè, Parigi come New York ed il suo 11 settembre 2001, che hanno dimostrato tutti come la ragione, il buon senso, l'intelligenza e la coscienza singola e collettiva, risultano storicamente perdenti di fronte al fanatismo, all'ignoranza, alla follia organizzata o alla sete di potere che si serve delle sempre più raffinate armi improprie, per suggestionare le masse, per fare proselitismo e carpire adepti con le armi dell’oscurantismo, dell’ignoranza e dell’oppressione subdola ed ingannatrice; armi ignobili - sempre identiche a loro stesse- nelle guerre e negli stermini.

Dove tutto si consuma sempre nel ruolo determinante delle Scuole, non importa se religiose o laiche, di pensiero o di cultura. Sono le Scuole ad essere direttamente coinvolte nei processi della Storia, quei luoghi ove albergano parole e idee, riflessioni e visioni che talvolta armano o disarmano gli individui a seconda dei casi.

Nulla di nuovo quindi sotto il cielo del nostro tempo, se non l’orrore e la barbarie - quelle si -continuamente rinnovate tutte le volte che il sangue scorre. L’attacco ai grandi simboli della fede, Maometto come Gesù o il papa come il Mullah, diventano l’incarnazione del sacrilegio, più forte di ogni altra forma di insidiosa e avvilente forma di Razzismo, Diffamazione o mancato rispetto della vita di ciascuno.Tutto si sospende tra passato e presente, tra l’oggi e il domani in un tempo greve e assai cupo, senza rimedio per alcuni, troppo sprezzante per altri, anche nel tempo del bosone di Higgs.

Forse dalla guerra di Troia in poi abbiamo tutti mutuato l’eroica versione del sacrificio di immolarsi per onore e gloria, anche quando la strage si è compiuta in nome di uno stesso identico Dio monoteista, creato sempre onnipotente, sia quello di nome Allah il Clemente e Misericordioso con ben oltre 99 epiteti formali e sostanziali; sia quello cristiano, ebreo o buddista.

Io so che l’islam non è né fondamentalista né terrorista, forse è più vittima dei contorcimenti semantici e dei comportamenti deliranti, quelli che piegano le schiene e fanno regredire gli uomini con le loro civiltà attraverso l’uso di armi e fucili automatici.

I fondamentalisti religiosi imbarazzano tutti per la capacità di oltraggiare la propria religione prima ancora che quelle altrui; ognuno corre il rischio di volersi sentire eroe, sebbene nulla di eroico possa esservi nel farsi onore armati di fucile contro gente armata di matite e penne.

La satira che castiga l’ignoranza può risultare sgradita, urticante o volgare, ma non certo omicida. Non dovremmo scoprirlo solo oggi col sangue di Parigi, dovremmo aver da sempre acquisito la lezione della storia che insegna magistra vitae, che quando si richiede di cancellare programmi, di allontanare giornalisti o imbavagliarne le idee degli altri, si finisce inesorabilmente col compiere errori ed orrori, in una indignazione perenne, che sebbene legittima si scandalizza se si eleva solo quando svolge la contabilità o parzialità dei morti, soffrendo come sembrerebbe più sovente di vuoti di memoria alterata.

In troppi ancora rimuovono o allontanano i temi dell’espulsione di musulmani, ebrei, zingari e di categorie invise della gestione dell’immigrazione, dell’integrazione e del rapporto fra le confessioni religiose.

La salienza pubblica della religione, ha sempre la sua soluzione di disarmante e sadica semplicità. Perché allora con così grave ritardo solo adesso ci sentiamo ognuno Charlie Hebdo?

La lezione della storia insegna che i problemi complessi hanno sempre soluzioni semplici E se cominciassimo da qui a migliorare il nostro presente scellerato e ad attrezzare e dotare queste cattedrali scolastiche?

Angela Maria Spina