Giunto quest’anno alla quarantesima edizione, il concorso dedicato ai presepi floridiani, promosso dal Museo etno-antropologico “Nunzio Bruno”, con l’importante sostegno del Comune di Floridia, rende conto di una tradizione persistente nella comunità e che risale lungo il crinale delle generazioni, legando, in modo intimo, arte, ingegno, estro creativo, saperi e abilità artigiane, storia familiare, storia sociale, devozione e afflato religioso.
«La tradizione - dichiara il semiologo Salvo Sequenzia - si è consegnata in un percorso, una Via dei presepi, che si estende nel centro storico cittadino toccando i punti salienti di un “itinerarium mentis in Deum” lungo il quale l’uomo fa il suo incontro con la divinità, dove natura e storia colludono, dove mano umana e segno divino consentono, coinvolgendo pubblico e privato, contesti eterogenei, esperienze differenti: una pluralità di voci, di linguaggi, di tensioni, di stimoli, di sollecitazioni e di intendimenti che convergono verso un comune sentire. Una pluralità che si sostanzia nella prossimità. Questa pluralità e questa prossimità restituiscono il dato saliente del presepe floridiano».
Nella storia del presepe floridiano si individuano due direttrici maestre: «quella ecclesiastica – prosegue Sequenzia - e quella secolare, extra ecclesiam. Non passano inosservate, tra le altre, le felici testimonianze del presepe della chiesa Madre, quello di Sant’Anna, di Santa Lucia e di Sant’Antonio, quello del gruppo Scout nella chiesa di San Francesco, quello dell’Istituto di Beneficenza, le esposizioni tematiche del Parco storico Lucia Migliaccio: tutte espressioni di delicato talento, di grazia e di semplicità. Sul versante secolare, fondamentali sono stati gli apporti della bottega dei Di Paola, senior e junior, con i presepi macchinosi, di ispirazione rinascimentale, e monumentali realizzati nella falegnameria di via Alfieri. Nel frattempo, maturano le esperienze e si consolidano gli stili. L’avvento del presepe d’arte, a Floridia, si ha con il Maestro Nunzio Bruno. Nei presepi di Nunzio Bruno si assiste al passaggio dalla struttura alla natura, un passaggio che solo la genialità di un artista quale Bruno poteva realizzare, ricorrendo a un inesauribile bagaglio di competenze: fotografo, pittore, miniaturista, scultore, etnografo: un homo faber integrale».
«Nei locali dell’ex carcere mandamentale di piazza Umberto I – ancora il semiologo - divenuti, successivamente, sede del Museo a lui intitolato, Nunzio Bruno getta le basi di quello che, oggi, rappresenta il modello del presepe popolare ibleo d’arte, espressione della cultura popolare contadina dell’altopiano degli Iblei nella forma più compiuta, cristallizzata prima della sua eclissi definitiva attraverso un complesso intervento di recupero memoriale, materiale e sapienziale. Un presepe, quello di Nunzio Bruno, popolare, perché realizzato dal popolo nella orchestrazione, sempre viva e mutevole, di sensibilità e di ingegno; e d’arte, perché concepito, progettato, e realizzato da un artista assoluto quale era Nunzio Bruno. Oggi, l’eredità di questa preziosa esperienza rivive nelle realizzazioni di Giuseppe Amenta, ideatore della Casa presepe di via Giuliano e di Giuseppe Italia, ideatore del presepe meccanico allestito nella Biblioteca comunale. Preziosi allestimenti sono stati realizzati da giovani talenti quali Carlo Garofalo e Fabiano Veneziano, ed espressioni d’arte significativa affiorano nel cimento creativo di Tanino Golino, Nello Vitiello, Sofia Di Maria, Enzo Pavano e Salvatore Messina, che hanno suscitato il racconto del Natale nella nostra comunità attraverso la realizzazione dei loro presepi accolti nelle straordinarie esposizioni allestite nelle sale del Museo Nunzio Bruno grazie alla sensibilità e alla cura sapiente di chi lo dirige, Cetty Bruno».
Sequenzia conclude: «Nel presepe popolare ibleo d’arte floridiano torna a propiziarsi un racconto antico ma sempre nuovo, carico di risonanze che brividano la comunità coinvolgendola in un viaggio di prossimità e di incontro, di storia e di tradizione, di segni e di linguaggi, di simboli e di miti vissuti in una immagine di luce: la mangiatoia, il piccolo focolare domestico di Hestia, che, nella notte di Vigilia, si proietta nelle tante “fucate” accese per le vie di Floridia a rischiarare il mondo, in un messaggio di condivisione e di speranza che abbraccia la grande Luce incipiente».