La vita ha ancora un valore?
Chiesa e Società Calabria

La vita ha ancora un valore?

sabato 4 marzo, 2017

Oggi tutti si appellano al diritto di fare della propria vita ciò che si desidera. Non sopporti la sofferenza, il dolore, puoi scegliere se continuare a vivere o morire. L’opinione pubblica è chiaramente spaccata. La sofferenza in alcuni casi è veramente terribile e bisogna sempre accostarsi con rispetto e delicatezza. Con quali occhi però la guardiamo la sofferenza e con quali convinzioni la affrontiamo? Le parole che seguono sono parole di un credente e di un sacerdote, che parla con gli occhi e l'intelligenza della fede illuminata dalla Parola del Signore. Questo sacerdote per 18 lunghi anni ha lottato con se stesso e con la vita che non amava e accettava, quella stessa vita che a causa di una paresi spastica congenita agli arti inferiori, lo ha condizionato e fatto lottare fino al punto di non accettarsi. Solo un cammino di fede e nella vera Parola del Signore, ha trasformato il suo cuore e le sue convinzioni. Dal non servo a nessuno al sentirsi uno strumenti di bene, di speranza, di amore per il mondo.[MORE]


Che cos’è la vita? La vita dell'uomo è mistero di eternità e di immortalità, di salvezza o di perdizione per sempre. Solo alla luce della fede ne possiamo comprendere il valore. Tempo ed eternità sono parti di un'unica realtà, come il seme e l'albero, poiché nel tempo l'uomo costruisce ed edifica il suo futuro eterno. E tuttavia c'è un altro mistero sovente ignorato, malcompreso, calpestato, ed anche rinnegato nella sua conseguenzialità evidente e manifesta. La vita è un dono che si riceve e si trasmette, sia a livello fisico che spirituale, vita del corpo, ma anche dell'anima.


Ma si dona ciò che si è, per questo è dovere di giustizia che si trasmetta la vita nella santità, nella verità, nella giustizia, nell'amore, nella concordia, nella serenità, e la si protegga con il dono della nostra stessa vita. Purtroppo questo principio di santità oggi da molti non è più osservato. La vita si vive in modo egoistico, capriccioso, avventuristico.
Spesso il libertinaggio domina pensieri e sentimenti, determina gesti e comportamenti. Si coglie l'attimo fatto di molto peccato, si ignora il volere santo di Dio, si semina nel vizio e nel malcostume, e poi si vorrebbe raccogliere un frutto di bontà. La rivelazione, e quindi la fede, non è contro la ragione. Solo quella ragione che rinuncia a vedere, che si autodistrugge, può essere in contrasto con la fede.


La fede dice l'eterna verità e la dice in forma storica, quindi sperimentabile, verificabile. Posso, se voglio, rendermi conto, del mio bene e del mio male, della mia vita, come della mia morte. Posso sperimentare, se voglio, la verità storica di ogni parola che è uscita dalla bocca dell'Altissimo e che è stata consegnata alla Chiesa come fonte perenne della nostra luce e della nostra salvezza, della luce e della salvezza dell'intera umanità.


Non è la verità che guida l'uomo, ma la stoltezza; la razionalità ha ceduto il posto alla passione, quindi all'inganno, alla menzogna, alla concupiscenza, alla superbia della vita, a quel vizio che deturpa non solo l'anima, ma anche il corpo dell'uomo. Non solo si sta dimenticando la vita dopo la morte, ma si sta facendo della vita sulla terra una continua morte. La vita è divenuta non senso, come in non senso si è trasformata la stessa morte. Alcune forme di morte ci scuotono, ma difficilmente riusciamo ad inserirle nel valore della vita.
Sembra ormai che sulla terra regni una coltre di insensibilità collettiva, un manto di perdita del senso e del significato di ogni cosa, poiché ogni cosa è stata trasformata nei suoi reali ed autentici valori. Il mezzo è divenuto fine, il fine eterno ha ceduto il posto a tutto ciò per cui non vale la pena spendere neanche un attimo del nostro tempo. A volte sembra che la nostra società viva alla maniera di Esaù, il grande profanatore dei beni di Dio.


C'è un unico modo per possederla: perderla per amore di Dio e dei fratelli. Fare della nostra vita un dono è la via santa tracciata da Cristo perché altri entrino nella vera vita, oggi e nell'eternità beata. Dobbiamo convincerci con una convinzione di profondissima fede: dalla nostra vita dipende la vita del mondo intero, nella nostra morte è inserita la morte dei nostri fratelli.


Quel sacerdote di cui parlavo sopra sono io. Quando ho compreso questa dimensione di dono della mia vita ho trovato la vera felicità e ho compreso l’inestimabile valore della vita.

Sembra un paradosso, ma oggi ringrazio il Signore per il dono della disabilità che mi ha portato ad avere occhi nuovi e cuore nuovo.


Maria Santissima, Madre della Vita, aiutaci a comprendere il valore della nostra vita. Tu che la vivesti interamente per il Figlio tuo Gesù, ottienici la grazia dal Cielo perché anche noi possiamo imitarti nel tuo grandissimo dono, in ogni istante, nella gioia e nel dolore, ai piedi della croce e il giorno della risurrezione, quando gli angeli cantano la gloria al Signore, ma anche quando è il tempo di fuggire in Egitto e intraprendere la via della sofferenza e del dolore. Tu ci aiuterai e noi daremo valore alla nostra vita: valore di cielo, di eternità, di immortalità, nell'obbedienza, nel¬la carità, nella grande verità, nella comunione di chi sa farsi frumento e pane di vita per i suoi fratelli. Aiutaci, o Madre della Redenzione, perché vogliamo ricomin¬ciare a vivere secondo Dio nella vita del tuo Figlio Gesù. Amen.


Don Francesco Cristofaro


Autore
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