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Lavoro, Giovannini: pronti 12 mld, staffetta, contratti, pensioni flessibili

MILANO, 20 MAGGIO 2013 – In un’intervista rilasciata a ‘La Repubblica’, il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, traccia la road map del governo riguardo al lavoro: «Da qui fino a giugno ci concentreremo sul piano giovani. Bisogna prendersi cura dei giovani ». Così, per il nuovo esecutivo, la priorità è riuscire a ridurre la disoccupazione giovanile di otto punti 8% - rispetto al 38,4% registrato a marzo - portandola al 30%. Una manovra che si dovrebbe aggirare inrorno ai 10 e i 12 miliardi di euro, se non di più.

Nello specifico, il governo Letta sta pensando di presentare a stretto giro un decreto legge per rivedere la riforma Fornero, attraverso cui ripristinare la flessibilità nell’ambito dei contratti a termine. Successivamente, scatterebbe la vera fase due, volta a ridurre la disoccupazione giovanile, facendo leva - prima di tutto - sulla staffetta generazionale, ovverosia il meccanismo che dovrebbe favorire l'uscita dal lavoro degli anziani in cambio dell'ingresso dei giovani e che potrebbe coinvolgere anche i dipendenti pubblici. I suddetti interventi dovrebbero essere affiancati da una serie d’incentivi per le imprese che assumono giovani, il credito d'imposta a supporto delle buste paga dei dipendenti a basso reddito. [MORE]

In merito ai cosiddetti contratti a termine, Giovannini - in Parlamento - ha assicurato che si provvederà a ridurre gli intervalli obbligatori tra un contratto a termine e l'altro, fissati con la riforma Fornero a 60 giorni per quelli fino a sei mesi, e 90 giorni per quelli più lunghi. Ancora non sono stati indicati i termini, ma si sta pensando rispettivamente a 20 e 30 giorni. Tuttavia, ciò dipenderà anche dall’incontro con le parti sociali. Inoltre, potrebbe essere prolungata la durata del contratto a termine per il quale l'azienda non è tenuta a indicare una causale e che oggi non può superare l'anno. Si sta pensando di sospendere, forse per un anno, il contributo aggiuntivo che l'azienda è chiamata a pagare su tutti i contratti flessibili, lasciando inalterati gli sgravi previsti in caso di assunzione a tempo indeterminato. Infine, si starebbe pensando ad una esemplificazione dell'apprendistato professionalizzante.

Riguardo ai giovani, come anticipato, il ministro del Lavoro considera centrale – nonostante le critiche - la “staffetta generazionale”. A Tal riguardo ci sono diversi modelli che potrebbero essere applicati, al fine di realizzare il passaggio della staffetta tra i lavoratori anziani e quelli giovani. Il primo modello fa ricorso al part time: un lavoratore vicino alla pensione acconsente di lavorare meno ore - con uno stipendio inferiore - fino alla fine della carriera. In cambio di ciò, la sua azienda provvede ad assumere un giovane con un contratto a tempo indeterminato oppure due giovani con un contratto a termine. Un secondo modello, prevede che il lavoratore anziano invece di lavorare part time, vada in pensione prima della scadenza naturale.

Tale meccanismo l’esecutivo lo vorrebbe applicare anche alla pubblica amministrazione, visto che sarebbe a costo zero per le casse dello Stato. In particolare, secondo le stime fatte da Oriano Giovanelli, presidente del Forum del Pd per la pubblica amministrazione: «Nel giro di cinque anni sarebbe possibile ridurre i dipendenti dai 3 milioni e 250 mila di adesso a 3 milioni». Tuttavia, emergono due problemi: i 110 mila precari della pubblica amministrazione, che il governo ha appena prorogato fino a dicembre, e anche di quelle 70 mila persone che hanno vinto un concorso pubblico ma non sono state ancora assunte. I quali, giustamente, ambiscono ad occupare i posti vacanti.

Per i giovani, c’è in previsione l'attuazione della “Youth Guarantee”, un progetto europeo che stanzia 6 miliardi di euro per 27 Paesi con l’obiettivo di garantire a ogni giovane - entro quattro mesi dal termine degli studi - un lavoro o almeno un programma di formazione.

Per quanto concerne il capitolo pensioni, si cercherà di rendere più flessibile l'uscita dal lavoro prima dell'età pensionabile ma con penalizzazioni proporzionali, ovverosia un assegno più basso.

Infine, riguardo agli sgravi fiscali, nel suo intervento al Senato, il ministro Giovannini ha frenato sull'ipotesi di ridurre il costo del lavoro per i giovani assunti: «Gli studi fatti all'estero sugli effetti della decontribuzione e defiscalizzazione. Ci dicono che devono realizzarsi diverse condizioni perché abbiano effetto. Non è detto che in questa fase economica questa sia necessariamente una priorità».

(fonte: La Repubblica, Corriere della Sera. Fotogramma: lettera43.it. Nel fotogramma: il ministro del Lavoro Enrico Giovannini)

Rosy Merola