Cultura e Spettacolo

Leonardo Da Vinci: ritrovato il ritratto perduto di Isabella d'Este

CAGLIARI, 4 OTTOBRE 2013- Un mistero, durato mezzo millennio, è stato finalmente risolto. E’ quello che vede coinvolto un capolavoro perduto di Leonardo Da Vinci, ritrovato in una collezione privata di una famiglia italiana residente a Turgi, in Svizzera.
Si tratta del ritratto con quale il Maestro omaggiò Isabella d’Este, marchesa di Mantova dal 1490 al 1539 e una delle donne più influenti del Rinascimento.

La scoperta ce la rivela, in un’esclusiva, Sette, supplemento del Corriere della Sera, attraverso il racconto di Veronica Artioli. Il settimanale mostra una foto dell’opera -un olio su tela di 61x 46,5 cm ritraente la nobildonna con la corona in testa ed una palma impugnata come uno scettro- e afferma di pubblicare la notizia, per dovere di cronaca, all’insaputa dei proprietari -il cui nome rimane insvelato- dopo aver visto una serie di test che parrebbero indicare la paternità del genio toscano.[MORE]

Il quadro è entrato nel mito, storici d’arte, collezionisti, e galleristi lo cercavano da ormai 500 anni. Ma le infinite ricerche si rivelarono vane, e il dipinto cadde così nel limbo delle opere perdute.
Della sua esistenza si avevano già notizie, grazie al disegno preparatorio risalente al 1499 e conservato presso il Museo del Louvre, ma per anni gli studiosi hanno creduto si trattasse di un'opera rimasta incompiuta.

Sapevamo anche che la marchesa, negli anni successivi, aveva insistito con lettere e ambasciatori, affinché Da Vinci portasse avanti il dipinto. Poi non si seppe più nulla, un vuoto che fece ipotizzare agli esperti che la tela non fosse mai stata realizzata, o che lo schizzo fosse una preparazione per la più celebre Gioconda. Ma ecco che tre anni e mezzo fa venne riscoperto casualmente nel caveau di una famiglia che dai primi del 900 vive tra il Centro Italia e il Cantone D’argovia e da allora venne sottoposto a una serie di perizie.

Ad attestare l'autenticità del capolavoro è Carlo Pedretti, massimo esperto leonardesco, il quale ha affermato che, dopo tre anni e mezzo di studi, serviranno ancora alcuni mesi per stabilire quali siano le parti attribuibili a Leonardo e quali i particolari aggiunti successivamente dagli allievi (probabilmente la corona e la palma) e per proporre eventualmente di cancellarli.

A confermare la sua teoria vi sono tre riscontri scientifici, la cui documentazione è pubblicata sul settimanale: tre prelievi dall’opera dimostrano che i pigmenti sono gli stessi che l'artista utilizzò in altre opere; l’imprimitura della tela è preparata secondo la procedura descritta dall’ artista nel suo Trattato; infine la fluorescenza ha fatto riapparire davanti alla mano, il libro presente nel cartone preparatorio conservato al Louvre, che simboleggia Isabella protettrice delle Lettere e Arti.

Inoltre il ritratto -secondo quanto emerge dall’analisi del professor Pedretti- risalirebbe all’ultimo periodo di attività di Da Vinci, ovvero gli anni che vanno dal 1513 al 1516 circa, in cui Leonardo visse a Roma ospite in Vaticano da Giuliano de’ Medici, fratello del Papa. Il dipinto sarebbe dunque precedente alla Gioconda, sulla quale avrebbe influito notevolmente.

Una scoperta clamorosa, certamente destinata a rivoluzionare la storia dell'arte, che però necessita di ulteriori conferme da parte di altri intenditori ed esperti.

(immagine tratta da www.corriere.it)

Silvia Giordano