ROMA, 29 APRILE 2013 - «Sincera gratitudine al presidente della Repubblica che, di fronte al momento eccezionale che vivono l'Italia e l'Europa e ha accettato la riconferma al Quirinale». Così ha esordito il suo discorso programmatico – iniziato alle 15.00 a Montecitorio - il presidente del Consiglio Enrico Letta, rendendo omaggio al capo dello Stato, Giorgio Napolitano che, «Ci ha voluto dare una ultima opportunità di essere degni del nostro ruolo, di servire il Paese attraverso il rigore, un esempio di competenza attraverso una delle stagioni più dolorose». Al momento, è in corso il dibattito. Dalle 18, si proseguirà con la discussione generale. Quest’ultimo si protrarrà fino alle 20 circa, quando verrà fatto l’appello nominale per la prima chiama relativa al voto di fiducia che si dovrebbe avere intorno alle 21.
Dopo Giorgio Napolitano, il presidente del Consiglio ha rivolto un ringraziamento personale a Pier Luigi Bersani – sottolineato da un lungo applauso dei presenti - cosa che ha commosso il segretario dimissionario del Pd . Espletati i ringraziamenti, Enrico Letta ha dato il via nell'aula della Camera al discorso relativo al del programma del suo governo, che ha toccato diversi i punti toccati: «Accogliendo il suo appello ricollegandosi alle parole di Napolitano) mi rivolgo all'Aula con il linguaggio sovversivo della verità, con la fortissima consapevolezza dei miei limiti ma impegnandomi a fare di tutto perché le mie spalle siano larghe e solide».
Letta è entrato subito nel vivo dei temi caldi: «La prima verità è che la situazione economica del Paese è grave con un peso del debito pubblico che rischia di schiacciare le prospettive economiche del Paese. La disciplina di finanza pubblica rimane indispensabile ma, in sede europea, occorre ora individuare strategie per la crescita senza compromettere questa disciplina», annunciando: «Bisogna superare l'attuale sistema di tassazione della prima casa (IMU), intanto con lo stop ai pagamenti di giugno per dare il tempo a governo e Parlamento di elaborare insieme ad applicare rapidamente una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie soprattutto quelle meno abbienti. Noi saremo seri e credibili sul risanamento dei conti pubblici: basta con i debiti scaricati sulla vita delle generazioni successive, ecco perché la riduzione fiscale senza indebitamento sarà un obiettivo a tutto campo».
In linea con quanto affermato da vari fronti, sul bisogno di ridurre l’austerità, Letta ha evidenziato il bisogno di: «Lavorare per l'allentamento del patto di stabilità interno. Di solo risanamento l'Italia muore. Dopo più di un decennio senza crescita, le politiche per la ripresa non possono più attendere. Non c'è più tempo». [MORE]
Poi, il Presidente del Consiglio sostiene il bisogno di: «Certezza del diritto, ma innanzi tutto impegno alla moralizzazione della vita pubblica e lotta alla corruzione, perché la giustizia nel suo complesso deve essere per i cittadini". Il premier ha parlato di tempi certi e ha sottolineato che tutto funzionerà se la smetteremo di avere una situazione carceraria che è intollerabile».
Letta, in risposta a quanti chiedono ai politici di effettuare un taglio ai loro privilegi, ai costi della politica, affermando: «Ognuno deve fare la sua parte e per fare un esempio dico una cosa che non sanno nemmeno i ministri: il primo atto del governo sarà eliminare con urgenza lo stipendio dei ministri parlamentari in aggiunta all'indennità», puntualizzando che: «Il sistema di finanziamento dei partiti va radicalmente riformato. Nessuno può sentirsi esentato dal dovere dell'autorevolezza, nessuno può considerarsi fino in fondo assolto dall'accusa di aver contaminato il confronto pubblico con gesti, parole, opere e omissioni. Con 11 mln e mezzo di cittadini che non hanno votato alle ultime elezioni, quello delle astensioni è il primo partito. O lo capiamo o la politica scompare. Su questo sfondo la riduzione dei costi della politica diventa un dovere di credibilità. Pensate ai rimborsi elettorali: tutte le leggi introdotte dal 1994 a oggi sono state ipocrite e fallimentari. Non rimborsi ma finanziamento mascherato e per di più di ammontare troppo elevato, come ha recentemente confermato la Corte dei Conti. Si parla di 2 mdl e mezzo di euro a fronte di spese certificate di circa mezzo miliardo. Tutto questo è la conferma che il sistema va rivoluzionato, abrogando la legge esistente, introducendo misure di controlo e di sanzione, anche sui gruppi parlamentari e regionali».
Il presidente del Consiglio, poi tocca un altro tasto dolente, spesso fonte di sprechi di tempo, oltre che di soldi: «La burocrazia non deve opprimere la voglia creativa degli italiani, bisogna rivedere l'intero sistema della autorizzazioni e snellire le procedure».
«Coniugare una ferrea lotta all'evasione con un fisco amico dei cittadini senza che la parola Equitalia debba provocare dei brividi quando viene evocata. Non si possono chiedere sacrifici ai soliti noti», ha dichiarato con veemenza Letta.
Poi, uno sguardo ai giovani e al lavoro, priorità assoluta: «È il lavoro la priorità del Governo. Una priorità, per uscire dall'incubo dell'impoverimento. Ma non bastano gli incentivi monetari bisogna ridurre le restrizioni ai contratti a termine, aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro. Vogliamo ridurre le tasse sul lavoro: quello stabile, quello sui giovani e sui neo assunti».
Rimanendo in tema lavoro: «Con i lavoratori esodati la comunità nazionale ha rotto un patto e la soluzione strutturale di questo tema è un impegno prioritario di questo governo», mentre: «Sull'occupazione femminile occorre fare molto di più, la maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi ma siamo lontani dagli obiettivi europei: non siamo ancora un Paese delle pari opportunità».
Inoltre, secondo il programma di governo: «Andranno migliorati gli ammortizzatori sociali, estendendoli a chi ne è privo a partire dai precari, e si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli».
Una nota abbastanza insolita, rispetto a quanto siamo abituati ad ascoltare. Infatti, il governo Letta pone l’accento sullo sport e sull'attività fisica come strumento di progresso del paese: «L'Italia deve valorizzare il proprio grande patrimonio sportivo la pratica dello sport significa prevenzione contro le malattie, lotta all'obesità, formazione a stili di vita sani e leali e al rispetto delle regole. Dobbiamo impegnarci per diffondere la pratica sportiva sin dalle elementari, con un piano di edilizia scolastica diffuso su tutto il territorio nazionale».
Il Premier sposta l’attenzione su un altro tema caldo: «Bisogna superare bicameralismo paritario, affidando a una sola camera il compito di dare la fiducia. Dobbiamo istituire una seconda Camera, il Senato delle Regioni e delle autonomie, anche su una base di una chiara ripartizione delle competenze. Inoltre, è necessario abolire definitivamente le province. Questo non significa perseguire politica di tagli indifferenziati, dobbiamo valorizzare Comuni e Regioni per rafforzare le loro responsabilità. Bisogna poi chiudere la partita del federalismo fiscale, rivedendo il rapporto tra centro e periferie, valorizzando le autonomie speciali».
Letta, insieme al suo governo, prende un impegno: «Sulle riforme istituzionali questa volta l'unico sbocco possibile è il successo. Tra 18 mesi verificherò se il progetto sarà avviato verso un porto sicuro. Se avrò una ragionevole certezza che il processo di revisione della Costituzione potrà avere successo allora il nostro lavoro potrà continuare; in caso contrario, se veti ed incertezze dovessero minacciare e impantanare tutto per l'ennesima volta, non avrei esitazione a trarne esattamente le conseguenze».
Tra le cose da fare, il presidente del Consiglio pone l’accento sulla legge elettorale: «Bisogna che la legge elettorale sia in grado di garantire governi stabili per restituire legittimità al Parlamento e ai singoli parlamentari», ribadendo la necessità di reintrodurre le preferenze: «Occorre perlomeno il ripristino della legge elettorale precedente».
Un dovuto pensiero e omaggio, Letta lo ha rivolto ai due carabinieri feriti davanti Palazzo Chigi ieri – momento in cui è stato interrotto da un lungo applauso di tutta l'Aula di Montecitorio, che si è alzata in piedi: «Ieri andando a visitare in ospedale Giuseppe Giangrande e Francesco Negri sono stato impressionante dalla forza e fermezza di Martina, la figlia di Giangrande. Il Parlamento si stringe a lei in momento così doloroso. Il parlamento deve stringersi anche ai carabinieri e alle forze dell'ordine tutte per il loro encomiabile impegno, spesso prestato in situazione disagiate».
Infine un accenno anche al caso Marò, che secondo Letta:« Bisogna trovare subito una soluzione per consentire il legittimo rientro in Italia il più presto possibile».
Attendiamo adesso il voto di fiducia.
(fonte: Ansa, La Repubblica. Fotogramma: liquida.it)
Rosy Merola