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Madrigali perduti del Tasso ritrovati a Madrid grazie ad un italiano

Roma, 1 settembre 2021 - Diego Perotti, giovane dottorando italiano, ha ritrovato a Madrid un codice composito di pagine a stampa e carte manoscritte di Torquato Tasso. 

Il prezioso ritrovamento riporta alla luce una testimonianza inedita di una delle più popolari figure della letteratura italiana. 

Il documento autografo madrileno rappresenta, di fatto, un oggetto unico perché testimonia il rapporto artistico fra il musicista Carlo Gesualdo e Torquato Tasso, due dei più importanti interpreti del nostro Rinascimento. 

Questo pregevole tassello contribuisce a definire il mosaico degli studi tassiani, consentendo di sciogliere ogni dubbio sulla lezione originale dei madrigali, che fino a oggi si potevano leggere solo grazie ad una stampa ottocentesca. 

Questo manoscritto (sigla Br - II/3281) fu allestito nel 1808 presso la Stamperia Reale di Napoli a cura dello storiografo capuano Francesco Daniele che ne fece poi dono al sovrano iberico, Giuseppe I Bonaparte. 

Come si legge nell’edizione critica (2021, Franco Cesati Editore), curata da Perotti, "l'unità manoscritta tramanda trentanove madrigali più quattro missive di Torquato Tasso in redazione autografa, che costituiscono una parte della  corrispondenza epistolare intercorsa tra il 19 novembre e il 16 dicembre 1592 fra Tasso e Carlo Gesualdo principe di Venosa". 

Questo inedito materiale autografo risale al periodo in cui il Tasso attendeva l’arrivo di Gesualdo a Roma, città dalla quale il drammaturgo si allontanò nel 1594 per recarsi a Napoli, dove soggiornò nel monastero benedettino di San Severino. 

I madrigali ora venuti alla luce erano comunque già noti, ma grazie al recupero dell’originale è ora possibile stabilire le relazioni genetiche che hanno contribuito alla fisionomia della tradizione manoscritta e a stampa. 

Inoltre, le lettere e i testi che Tasso spedì a Gesualdo dimostrano come quest'ultimo costrinse il drammaturgo sorrentino a produrre dei testi in bella copia, sui quali non risparmiò delle varianti, anche se solo nei margini e sempre ben leggibili, mettendo ancor più in luce la grande sensibilità lirica di questo grande scrittore classico, conoscitore della lingua greca e latina.

Maurizio LOZZI