Make up: che cosa cambia tra silisponge e beauty blender
EsteticaMente Calabria

Make up: che cosa cambia tra silisponge e beauty blender

mercoledì 1 marzo, 2017

Il settore della cosmesi è notoriamente dinamico ed in costante mutamento e non è raro che trend che sembravano intramontabili vengano ad essere rimpiazzati in un “batter di ciglia”.

La triste sorte di finire nel dimenticatoio, dopo essere stata amata da tutte le beauty guru, forse toccherà anche a quell’immancabile accessorio make up che è la beauty blender, la simpatica spugnetta a forma di uovo che nel corso del tempo è stata declinata nelle dimensioni e formati più disparati e destinata agli usi più diversi.
Ebbene si, perché pare che a conquistare l’interesse delle make up addicted sia stata la “cugina” più tecnologica: la silisponge.[MORE]

Chiunque abbia provato la prima versione della spugnetta, che aveva di fatto eclissato pennelli e affini, sa che è costituita da un materiale “segreto”, addirittura brevettato, ipoallergenico e con un forte potere di assorbimento dell’acqua, tanto da consentirne di raddoppiare le dimensioni. Vantaggio non di poco conto: la consistenza tale da rendere a dir poco perfetta la stesura di qualunque prodotto, quasi come se fosse stato applicato con un aerografo. Unica pecca: la difficile, se non impossibile, pulizia completa della stessa che, comunque, per evitare la diffusione di muffe, deve essere gettata dopo una serie di utilizzi, cosa da non sottovalutare visti i costi (dai 16,90 euro in su).
Ed ecco allora la soluzione ad opera di un brand di Hong Kong, che al modico costo di 9,90 dollari ha realizzato la versione di silicone (per l’esattezza poliuretano termoplastico) della famosa blender.

La Siliponge, appunto, non assorbe al suo interno il prodotto evitando gli sprechi ed è di facile pulizia, atteso che basta lavarla con acqua e detergente, evitando, così, la proliferazione di batteri.
Nonostante stia già spopolando sul web, la nuova spugnetta non sembra aver convinto proprio tutte e fin da subito è stata oggetto di contestazione; non sono poche, infatti, le MUA (Make Up Artist n.d.r.) ad aver hackerato l’idea originale, utilizzando al suo posto, nei propri video di You Tube, coppe reggiseno di silicone o simili, allo scopo di deridere il prodotto originale, paragonato da alcune alle utilissime solette gel per scarpe alte, ovvero crearne un dupe ancora più economico.

Visto l’attuale accesissimo contrasto nel mondo beauty non resta che aspettare il verdetto definitivo che, sicuramente, non tarderà ad arrivare. Chissà se nel frattempo, però, non approdi sul mercato un nuovo prodotto che sposti l’attenzione su di sé ed archivi, definitivamente, l’attuale accesa discussione.

Emanuela Salerno

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