Marò, Corte Suprema India respinge istanza. Gentiloni richiama ambasciatore Mancini

mercoledì 17 dicembre, 2014

NUOVA DELHI, 17 DICEMBRE 2014 - Continua ad essere alta la tensione tra Italia ed India per il caso dei due Marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

Marò, Corte Indiana respinge istanze. Gentiloni richiama ambasciatore Mancini per una consultazione

Ieri, infatti, la Corte Suprema dell’India ha respinto le istanze dei due Marò che richiedevano un’attenuazione delle proprie condizioni di libertà provvisoria.
Immediata la replica del governo italiano: Paolo Gentiloni, infatti, ha richiesto una consultazione con Daniele Mancini, ambasciatore italiano in India.

Intanto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha dichiarato che l’Italia si “riserva tutti i passi necessari” verso le autorità indiane. Il ministro ha prontamente sottolineato che ciò non ha nulla a che fare con una possibile rottura delle relazioni diplomatiche con l’India.[MORE]

Per la Corte Suprema dell’India dopo tre anni dall’avvenimento resta ancora da chiarire tanto sul caso che ha portato i due marò all’arresto. H.L. Dattu, presidente della Corte Suprema indiana, ha dichiarato: “ a tre anni dall’inizio della vicenda le indagini non si sono concluse e i capi d’accusa non sono stati presentati”. Di conseguenza il presidente della Corte Suprema indiana non si è sentito autorizzato ad approvare le istanze di Girone e Latorre. Inoltre ha fatto presente che tutti gli sforzi siano concentrati “sulla chiusura della fase istruttoria del processo”. Il presidente Dattu non ha fatto altro che applicare la legge indiana su un caso che merita ancora chiarezza sottolineando che qualora avesse accettato l’istanza ai due Marò avrebbe dovuto farlo anche per tantissimi altri imputati indiani. Per il presidente Dattu è fondamentale rispettare il sistema legale indiano e i diritti delle vittime.

Il caso dei due Marò

I due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre risultano indagati per la morte dei Ajesh Binki e Valentine Jelastine, due pescatori uccisi durante uno scontro a fuoco avvenuto a febbraio 2012 tra la petroliera Enrica Lexie e il peschereccio St. Anthony. Latorre a febbraio scorso era rientrato in Italia dopo essere stato colpito da un attacchi ischemico. Per motivi di salute il fuciliere era stato fatto rientrare per ricevere tutte le cure necessarie con un permesso valido fino al prossimo 13 Gennaio, giorno in cui dovrà lasciare l’Italia per tornare in India. Proprio per questo motivo di salute i suoi avvocati avevano inviato una richiesta di proroga del permesso alla Corte Suprema indiana in vista anche del delicato intervento a cui Latorre dovrà sottoporsi il prossimo 08 Gennaio. La richiesta, invece, inviata da parte degli avvocati di Girone era di un rientro in Italia per un tempo limitato di tre mesi. Ad entrambe le istanze la Corte Suprema indiana ha risposto negativamente.

Naturalmente non sono mancate le reazioni politiche al responso della Corte Suprema indiana. Tra queste oltre alla parole di Gentiloni anche quelle del ministro della Difesa Roberta Pinotti che ha sottolineato quanto la saluta di Latorre sia “una priorità per il governo italiano” che si adopererà per far si che nulla possa metterne a rischio la vita. Sempre la Pinotti ha dichiarato che il governo si impegnerà fermamente verso Latorre affinché la sua salute non corra alcun pericolo. Proprio per questo motivo il governo si sta adoperando affinché ciò sia rispettato.

(foto: difesa.it)

Emanuele Ambrosio

AGGIORNAMENTO ORE 16.12: Il ministro degli Esteri Gentiloni ha dichiarato in Commissione che Massimiliano Latorre resterà in Italia per risolvere i suoi problemi di salute, anche se la Corte Suprema indiana ha disposto il suo rientro a Gennaio. La scelta presa all'estero nei confronti dei due militari italiane è: "(...) lesiva dei diritti la decisione della Suprema Corte indiana di negare a Salvatore Girone il permesso di rientrare in Italia per le festività natalizie" spiega Gentiloni, commentando l'accaduto.

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