NEW DEHLI (INDIA), 27 APRILE 2013 – Le indagini sui marò per la morte dei due pescatori nel febbraio del 2012 sono state affidate alla Nia, la polizia antiterrorismo indiana. La decisione è stata presa dall’esecutivo indiano, dopo che la corte suprema di New Dehli ha lasciato a quest’ultimo la responsabilità di decidere a chi affidare il caso.[MORE]
La Corte Suprema ha spiegato che non è di sua competenza "decidere a quale agenzia debbano essere affidate le indagini" e che deve essere il governo a decidere la normativa da applicare. Una scelta, quella presa dall’esecutivo, che non incontra le richieste del governo italiano. Quest’ultimo, infatti, aveva chiesto che ad indagare fosse la polizia criminale (Cbi), che a differenza della Nia non può richiedere la pena capitale per Latorre e Girone.
Qualora il governo arrivasse ad invocare di nuovo il Sua Act, la legge del 2002 sulla sicurezza marittima (che prevede la pena di morte per atti di terrorismo o di pirateria coinvolgenti navi battenti la bandiera indiana) la difesa dei due militari italiani presenterà il proprio ricorso, alla stregua di quanto già avvenuto il 16 Aprile 2013.
Come era stato stabilito con l’ordinanza del 18 gennaio, a giudicare i marò sarà il tribunale “ad hoc”, la Patiala House Court di New Dehli, «in modo esclusivo e con un ritmo quotidiano». Qualora Latorre e Girone venissero condannati alla pena di morte, andrebbe completamente perduto l’impegno che il premier Manmoan Singh ha preso con Mario Monti due settimane fa.
(Fonte: Agi)
(Foto: livejournal.it)
Valentina Vitali