Il dibattito si riaccende dopo l’apertura di Macron. Bonelli accusa: "Scelta codarda, è complicità con l’aggressore"
In un'intervista rilasciata a la Repubblica, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito la propria posizione contraria al riconoscimento anticipato dello Stato di Palestina. Le sue parole arrivano in risposta all’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron, che ha espresso apertura verso il riconoscimento da parte della Francia. Ma per Meloni, un riconoscimento senza uno Stato realmente esistente rischia di diventare un’operazione politica dannosa.
“Se qualcosa che non esiste viene riconosciuto sulla carta, il problema rischia di sembrare risolto quando invece è ancora tutto aperto”, ha dichiarato Meloni.
“Sono favorevole alla nascita di uno Stato palestinese, ma non al suo riconoscimento a prescindere da un vero processo di costruzione”.
La premier ha sottolineato di aver espresso questa posizione più volte, anche in Parlamento, e di averla condivisa direttamente sia con le autorità palestinesi che con lo stesso Macron. Secondo la linea del governo italiano, il riconoscimento dovrebbe essere l’atto conclusivo di un percorso politico strutturato e condiviso, non un gesto simbolico isolato.
Le critiche di Bonelli: "Scelte gravi e inaccettabili"
La posizione della premier ha sollevato immediate polemiche. Angelo Bonelli, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ha attaccato duramente Meloni definendo la sua strategia "un atto di codardia politica".
Intervenendo da Londra, dove si svolge la Conferenza per l'Alleanza globale per la Palestina, Bonelli ha sottolineato:
“Dire che non è il momento per il riconoscimento dello Stato di Palestina, mentre a Gaza si continua a morire sotto le bombe, è una dichiarazione che tradisce subalternità politica e morale al governo israeliano di Netanyahu”.
Il politico ambientalista ha citato le cifre drammatiche della guerra in corso: oltre 58.000 morti, tra cui più di 20.000 bambini, ospedali e scuole distrutti, aiuti umanitari bloccati e una crisi umanitaria che l’ONU ha definito un crimine contro l’umanità.
Palestina: tra diplomazia e tragedia
Il dibattito italiano sul riconoscimento dello Stato di Palestina si inserisce in un contesto geopolitico estremamente delicato, dove la diplomazia è sempre più chiamata a prendere posizione. Con l’apertura di Macron, diversi Paesi europei hanno iniziato a discutere della possibilità di riconoscere formalmente la Palestina come Stato sovrano, come gesto concreto verso una soluzione del conflitto.
Tuttavia, l’Italia sembra voler mantenere un profilo cauto, con il governo che continua a sostenere la necessità di un processo negoziale prima di qualunque passo formale.
Conclusioni: un’Italia divisa sul riconoscimento
Mentre il dibattito si infiamma, l’Italia appare sempre più divisa tra due visioni:
- Da un lato, una linea attendista che punta sulla diplomazia graduale e sul rispetto dei processi internazionali;
- Dall’altro, la richiesta urgente di un gesto simbolico forte, capace di rompere il silenzio e sostenere apertamente i diritti del popolo palestinese.
L’assenza di una posizione unitaria lascia spazio a una domanda che pesa come un macigno sul dibattito pubblico: quanto ancora bisognerà attendere affinché i diritti del popolo palestinese vengano riconosciuti non solo a parole, ma anche con atti concreti?
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