Parola e Fede

Mercoledì della prima settimana di Quaresima: Crea in me o Dio un cuore puro

 La liturgia della Parola di questo mercoledì della prima settimana di Quaresima ci fa meditare e pregare alcuni versetti del Salmo 50. Leggiamoli e approfondiamoli insieme.[MORE]

Questo Salmo è stato composto dopo che il profeta Natan aveva svelato al re i suoi orrendi misfatti di adulterio e di omicidio. Quando il profeta Natan andò da lui, che era andato con Betsabea la moglie di Urìa L’Ittita che egli aveva fatto uccidere per prendersi sua moglie. Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai. Tuttavia, poiché con quest’azione tu hai insultato il Signore, il figlio che ti è nato dovrà morire». Natan tornò a casa. Il Signore dunque colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide e il bambino si ammalò gravemente. Davide allora fece suppliche a Dio per il bambino, si mise a digiunare e, quando rientrava per passare la notte, dormiva per terra. Gli anziani della sua casa insistevano presso di lui perché si alzasse da terra, ma egli non volle e non prese cibo con loro. Ora, il settimo giorno il bambino morì

Davide, illuminato dal profeta, innalza al Signore la sua supplica, attraverso la quale chiede perdono a Dio, da lui oltraggiato, offeso, rimosso dalla coscienza.


Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità.


Il perdono non è per merito. È solo per amore, per misericordia, per pietà.
Davide ha ingannato gli uomini per nascondere il suo peccato, ma non il Signore. Dio mai si lascia ingannare dagli uomini. Nessuno lo potrà mai ingannare.
Ora Davide chiede a Dio che abbia pietà di lui. Lo invoca perché gli manifesti tutta la sua misericordia, cancellando il suo peccato, perdonando la sua colpa. Bussa, chiede, implora, invoca, fa appello ad essa, umiliandosi e riconoscendo la sua iniquità, la sua colpa, il suo peccato. Riconoscere il proprio peccato e bussare al cuore di Dio per il perdono è l’inizio della salvezza. Il peccato si riconosce, del peccato ci si pente, per il peccato si chiede perdono. Questa è la retta via per la sua remissione.
Se una di queste tre condizioni viene meno, l’uomo rimane con il suo peccato nell’anima, nella coscienza, nello spirito, nel corpo.


Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro.


Solo Dio può lavare un uomo dalla sua colpa, e solo Dio può rendere puro un uomo dal suo peccato. Da se stesso nessuno si può né lavare, né purificare. Quando i profeti invitano l’uomo a lavarsi, purificarsi, togliere il male dalla vista del loro Dio e Signore, intendono questa via: conoscenza, pentimento, richiesta di perdono, proponimento di una vita nella fedeltà alla Parola.


Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.


Davide sa che la natura è incline al male. Pur essendo lui saggio, non è riuscito a conservarsi puro, senza peccato. Vi è quella debolezza, fragilità della carne che sempre aggredisce, sempre spinge al male. Se non si cade oggi, di certo si cadrà domani.
Davide sa che la sapienza da sola non basta. Occorre per l’uomo una seconda creazione. Dio deve fare l’uomo nuovo. Come? Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. In questa preghiera Davide è veramente ispirato. La nuova creazione sarà l’opera di Dio nel futuro. Dio promette questo cuore nuovo. Ha in mente di creare e rinnovare nell’uomo uno spirito saldo. Non solo in Davide, ma in ogni uomo.


Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.


Dio scaccia dalla sua presenza quando non perdona il peccato. Il non perdono è allontanamento per sempre. Dio questo mai lo farà verso chi è pentito e si rivolge a Lui chiedendogli perdono, pietà compassione, misericordia.
Per non peccare più Davide ha bisogno dello Spirito del Signore. Ha bisogno della sua sapienza. Ha bisogno di questo aiuto soprannaturale. Sempre il Signore dona il suo spirito a coloro che glielo chiedono con fermo proposito di rimanere nella sua amicizia e nella sua legge.


Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso.


Al Signore chiede due grandi grazie: quella della gioia della sua salvezza e l’altra di essere perennemente sostenuto con uno spirito generoso. È Dio la grazia della salvezza ed è Lui il sostegno per non peccare. Tutto è il Signore. Niente è l’uomo. L’uomo è un sacco di peccato, trasgressione, concupiscenza, superbia, vanagloria, tradimento, rinnegamento, nullità morale e spirituale.
È questa la bellezza, anzi la finezza di questo Salmo: riconoscere che senza l’aiuto del Signore non si può vivere di comandamenti.
L’uomo pecca. La coscienza lo uccide nel suo spirito. Solo Dio può rendergli la gioia della sua salvezza. Solo per grazia celeste l’uomo potrà ritornare ad amare. Senza questa grazia vi è solo la disperazione. In altre parole, è Dio la vittoria dell’uomo. È Dio la sua salvezza. È Dio la sua gioia. È Dio nel presente e nel futuro.

Don Francesco Cristofaro