Messaggio dell'Arcivescovo Bertolone per l'apertura del nuovo anno scolastico

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CATANZARO 11 SET. 2011 - In vista dell’apertura del nuovo anno scolastico, l’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, a pochi mesi del suo ministero episcopale, ha indirizzato per la prima volta una lettera di saluto agli studenti, ai genitori, agli insegnanti ed ai dirigenti scolastici, per augurare un anno ricco di buoni frutti e di belle esperienze. «Ho già incontrato molti di Voi - così si rivolge l’Arcivescovo Bertolone ai giovani - , specie tra gli studenti durante questa estate: vi ho ritrovato nelle iniziative delle parrocchie e dei gruppi ecclesiali, impegnati nelle proposte di formazione e di volontariato, colmi della gioia del condividere e dello stare insieme. Vi ho incrociato per strada, persi in mille pensieri e altrettanti abbracci e confidenze da spartire con gli amici. [MORE]

Talvolta mi siete apparsi soli, dubbiosi, insoddisfatti da un mondo non sempre all’altezza dei vostri sogni più belli. E ora si ricomincia, all’apparenza sempre uguali ma in realtà cambiati rispetto anche solo a qualche mese fa».

Un cammino formativo segnato nell’ora presente da tante macerie causate dall’odio, dalla violenza, dall’egoismo, dalla prevaricazione, dove la scuola è chiamata, assieme alle famiglie, a formare con responsabilità le coscienze dei futuri protagonisti del domani, guardando alla centralità della persona e al bene comune.

Una missione educativa che, secondo l’Arcivescovo Bertolone, deve valorizzare all'interno della scuola l'associazionismo familiare, allo scopo di contribuire all’individuazione degli strumenti necessari per una presenza incisiva e corretta nella vita scolastica.

«Avverto perciò - scrive Monsignor Bertolone - la necessità di dover condividere con i dirigenti scolastici e con i docenti l'esigenza urgente di ridefinire secondo un più alto profilo la figura dell'educatore nella scuola, facendo sintesi tra competenze professionali e motivazioni educative, con una particolare attenzione alla capacità di dialogo oggi richiesta dall'esercizio sempre più collegiale della professionalità docente. Infatti nelle attese dei giovani e delle famiglie, l'educatore viene visto e desiderato come un interlocutore accogliente e preparato, capace di motivare i giovani a una formazione integrale; di suscitare e orientare le loro energie migliori verso una positiva costruzione di sè e della vita; e anche di essere un testimone serio e credibile della responsabilità e della speranza di cui la scuola è debitrice verso la società».

Con parole paterne Monsignor Bertolone poi si rivolge ai giovani: «abbiate fiducia nel potenziale di bene che possedete ed attende solo un atto di amore e di fiducia per manifestarsi. Credete nei valori che ci permettono di vivere insieme, come la rispettosa relazione reciproca, il dialogo, la collaborazione, il “mettersi in rete”. Coltivate progetti con i quali costruire il futuro e non accontentatevi di vivere alla giornata. Assumetevi la responsabilità delle vostre azioni. Soprattutto, non perdete mai l’ottimismo dei sogni, che vuol dire essere capaci di scorgere e valorizzare le cose belle che ci sono in noi e attorno a noi, senza lasciarsi scoraggiare da quelle brutte».

Il Presule conclude il suo messaggio regalando a tutti un pensiero del grande intellettuale francese Jean Guitton, che riesce a chiarire assai bene l’importanza dello studio all’impegno che richiede: «La cosa più bella nel lavoro intellettuale… è che il lavoro dello spirito è lo specchio e il preludio di ciò che vi sarà più tardi nella vita largamente prodigato».

Arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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