Mons. Vincenzo Bertolone «Invertiamo la rotta: la povertà diventi una priorità per tutti»
Chiesa e Società Calabria

Mons. Vincenzo Bertolone «Invertiamo la rotta: la povertà diventi una priorità per tutti»

lunedì 10 luglio, 2017

L’appello dell’arcivescovo Bertolone in vista della festa di san Vitaliano. Il Presule esorta la città e le istituzioni a riempire di contenuti la speranza
CATANZARO 10 LUGLIO - «La festa di san Vitaliano, nostro Patrono, offre l’occasione per interrogarci ed immedesimarci con tutto il cuore sul tessuto della vita cittadina, certamente per coglierne l’anima, ma anche per una rassegna, affettuosamente precisa, dei problemi attuali».[MORE]

Lo dice l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, in prossimità delle celebrazioni (il 16 luglio prossimo) in onore del santo Patrono della città capoluogo di regione. «Catanzaro – osserva il Presule – è fatta di servizi, di strutture, rapporti e funzioni, ma anche di varia umanità, che nel dialogo e nel confronto si arricchisce, a patto che tutti siano disposti a rinunciare a qualcosa di sé nell’interesse generale». Prosegue il Presule: «È proprio questo che auspico ed auguro per la nostra città: trovare la disponibilità a rinunciare a qualcosa per contribuire a comporre – ciascuno con la propria tessera - il mosaico della cittadinanza del vivere in un contesto civile, gratificante, arricchente». Quindi scendendo dal generale al particolare: «Diamo contenuti alla speranza. Ciò comporta occuparci dell’immediato, dedicarci all’oggi.

L’elenco è arcinoto: persone senza lavoro, famiglie in difficoltà, giovani con prospettive locali molto aleatorie. In proposito, una proposta e una sfida: il Comune apra subito uno sportello h 24 per ascoltare i bisogni della gente, faccia il censimento delle persone indigenti, inserisca in bilancio la voce “aiuti ai poveri”, sia più presente nelle periferie con fatti concreti, curi gli ambienti, organizzi tanti momenti aggregativi, vigili sulla presenza della ‘ndrangheta che nelle condizioni di degrado sociale, povertà e disoccupazione trova l’humus per il suo dannoso sviluppo». Aggiunge l’arcivescovo metropolita: «Sulla base di questi suggerimenti è lecito sognare una città ove si instaurino relazioni degne del volto vero di Catanzaro, dall’anima genuina dei suoi cittadini. Nel quadro tracciato, la Chiesa non può esimersi dall’assumersi impegni precisi e concreti Per questo continueremo nel lavoro già intrapreso, confidando di poter contare sulla collaborazione dell’Amministrazione comunale».

Né dimentica, la preghiera a san Vitaliano ed al suo esempio, riletto nella chiave dell’impegno civile e del riscatto sociale: «San Vitaliano non aveva cercato cariche e aveva accettato il suo ministero come servizio e con sacrificio. Si manifestò inoltre pronto a sacrificare la sua persona, anche a costo di ingiurie e persecuzioni, pur di tutelare il bene e la pace del suo popolo. In questa considerazione biografica si può trovare un motivo di attualizzazione, da tenere ben presente in specie quando si assume un incarico pubblico: il sacrificio personale per il bene comune, secondo la propria specifica competenza, è dignità per l'uomo di potere ed è condizione della politica e della vita sociale». Da qui la considerazione finale: «San Vitaliano ha amato e protetto la città pur non essendoci nato e non avendola vissuta. Ora a lui chiediamo un aiuto particolare: ci stia vicino per far rinascere il nostro spirito catanzarese ed essere più uniti. Perché soprattutto quanti ricoprono incarichi di responsabilità pubblica, ad ogni livello ed in ogni ambito, possano trovare la parola buona per parlare a tutti i catanzaresi, compresi quelli che il 25 giugno scorso non si sono recati alle urne: la sfiducia, se non ribaltata, si trasforma in rassegnazione e questa in disperazione. Un popolo rassegnato si svuota di idealità, cede all'abbandono e al pessimismo. In questi ormai lunghi anni di missione episcopale ho imparato a conoscere Catanzaro e so che così non sarà. So che il cuore dei catanzaresi è ricco di una forza e di una passione che non si fermano solo alle bandiere giallorosse della rinascente squadra di calcio a cui auguriamo -peraltro-di tornare agli antichi trionfi. È cuore antico stampato con il sangue sul più vecchio gonfalone della Città: questo cuore tornerà a pulsare».


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