Blitz delle forze dell’ordine in Val di Susa, dove più di 2000 uomini espugnano il presidio dei No Tav attivo da 23 giorni, sfondando i blocchi e gli ostacoli creati dai manifestanti sulla strada dell'Avanà, a Chiomonte (Torino), la via cioè che conduce all’area della Maddalena, dove il 30 giugno sarà aperto il cantiere per la linea dell'Alta Velocità Torino-Lione.[MORE]
Dopo una battaglia di quasi cinque ore, a colpi di lanci di pietre e lacrimogeni, i manifestanti si sono dispersi per i boschi e le vigne circostanti; violenti scontri anche sull’autostrada Torino-Bardonecchia, dove i No Tav hanno lanciato estintori contro gli agenti, che hanno reagito caricando. Venticinque i poliziotti feriti, secondo le stime della Questura del capoluogo piemontese.
Sembra che i primi mezzi delle forze dell’ordinefossero stati segnalati già all’alba, attivando l’allarme nel presidio; numerose le barricate costruite, tanti manifestanti si erano muniti di casco. Dalle 8 e mezza circa, è stato chiuso il traffico in direzione della Francia; spariti quasi tutti gli abitanti locali, tra la gente rimasta a guardia del presidio,a quanto pare, soprattutto giovani provenienti dai centri sociali di tutto il Nord Italia.
In mattinata anche i legali dei NoTav si erano presentati sul posto per accordarsi sulle condizioni della “resa”, ed erano state aperte trattative con le forze dell’ordine per tentare di “risparmiare” la zona della Maddalena in cui era radunata la folla più pacifica.
Lanci di pietre contro le ruspe, e numerosi insulti lanciati agli operai che si avviavano verso il cantiere, tacciati dell’appellativo di “servi del potere”; in arrivo i mezzi di due aziende per recintare l’area in tempo utile per l’inizio dei lavori.
Pochi giorni fa, il ministro degli Interni Maroni aveva dichiarato che “nessuno sarebbe riuscito a fermare l’apertura del cantiere”.
Simona Peluso