Non basta essere sacerdoti, bisogna essere santi sacerdoti
Parola e Fede Lazio

Non basta essere sacerdoti, bisogna essere santi sacerdoti

venerdì 4 agosto, 2017

 Non basta essere scelti e chiamati da Dio e consacrati dalla Chiesa a tale e grande ministero per essere sacerdote del Dio vivente. Tale ministero così arduo e così grande necessita di un cammino che richiede una spoliazione della propria volontà per assumere la volontà di Cristo che è la stessa volontà del Padre ed è il passaggio, altresì, di un amore iniziale che sicuramente è mancante, oseremo dire, imperfetto a un amore che cresce pian piano fino a diventare tutt’uno con Cristo. Ecco come il Concilio Vaticano II sviluppa questo concetto nella PO al n.12:[MORE]

Con il sacramento dell'ordine i presbiteri si configurano a Cristo sacerdote come ministri del capo, allo scopo di far crescere ed edificare tutto il suo corpo che è la Chiesa, in qualità di cooperatori de: l'ordine episcopale. Già fin dalla consacrazione del battesimo, essi, come tutti i fedeli, hanno ricevuto il segno e il dono di una vocazione e di una grazia così grande che, pur nell'umana debolezza possono tendere alla perfezione, anzi debbono tendervi secondo quanto ha detto il Signore: «Siate dunque perfetti così come il Padre vostro celeste è perfetto» (Mt 5,48). Ma i sacerdoti sono specialmente obbligati a tendere a questa perfezione, poiché essi – che hanno ricevuto una nuova consacrazione a Dio mediante l'ordinazione – vengono elevati alla condizione di strumenti vivi di Cristo eterno sacerdote, per proseguire nel tempo la sua mirabile opera, che ha restaurato con divina efficacia l'intera comunità umana. Dato quindi che ogni sacerdote, nel modo che gli è proprio, tiene il posto di Cristo in persona, fruisce anche di una grazia speciale, in virtù della quale, mentre è al servizio della gente che gli è affidata e di tutto il popolo di Dio, egli può avvicinarsi più efficacemente alla perfezione di colui del quale è rappresentante, e la debolezza dell'umana natura trova sostegno nella santità di lui, il quale è diventato per noi il pontefice «santo, innocente, incontaminato, segregato dai peccatori» (Eb 7,26).

In questa citazione si parla di un necessario passaggio da una iniziale debolezza a una obbligatoria perfezione: «Siate dunque perfetti così come il Padre vostro celeste è perfetto» (Mt 5,48). Potremmo dire che il Signore chiama il candidato così come egli è per “farlo” come vuole Lui e questo è un cammino di santificazione fino ad arrivare a dire con l’Apostolo Paolo: «Ormai non sono più io che vivo, bensì è Cristo che vive in me» (Gal 2,20).

Non è, allora, la perfezione il punto di partenza ma il punto di arrivo. I vangeli e tutta la Sacra Scrittura sono pieni di questi esempi di cammini di perfezione. Gli stessi Apostoli non sono degli esperti di missione; sono chiamati a diventare pescatori di uomini, ma la maggior parte di essi, all’inizio è solo pescatore di qualche misero pesce. Pietro, ad esempio, è chiamato a mettere da parte le sue sicurezze, che puntualmente gli vengono fatte crollare, Tommaso deve imparare a fidarsi di più anche senza toccare e vedere necessariamente. È un mistero la chiamata come è un mistero la missione e lo stesso cammino di perfezione ed è vero sempre che le vie umane non corrispondono quasi sempre alle vie divine. L’uomo vorrebbe prendere una strada, Dio gliene fa prendere un’altra. Ma si può sempre comprendere il disegno di Dio? Certamente no, ma bisogna assumerlo e farlo proprio se si vuole fare qualcosa di buono.


Va detto, allora, che questo cammino che passa necessariamente dalle imperfezioni, dalle cadute, dai vari fallimenti deve condurre alla santità. Ma perché la santità è fondamentale per la vita di un presbitero? Perché la santità personale è la sua vocazione primaria? La santità è la perfetta configurazione della nostra volontà alla volontà di Dio, che Gesù è venuto a rivelarci nelle parole, ma anche come realmente essa si compie e si attua nella vita quotidiana. Se la volontà di Dio è il termine della santificazione, è chiaro che il presbitero essendone impegnato nell’insegnamento, deve operarlo come lo operò Gesù: con la parola e con la vita; in lui deve esserci una particolare esemplarità, chi lo vede deve vedere in lui l’attuazione storica, pratica, attuale di tutta la volontà di Dio. Il Presbitero deve essere santo perché lui è la manifestazione operativa, ministeriale, spirituale, di Cristo. La potestà derivante dal sacramento dell’Ordine lo costituisce «strumento vivo di Cristo eterno presbitero per poter proseguire nel tempo l’opera mirabile con cui egli ha reintegrato con divina efficacia l’intera comunità umana» (PO 12: EV 1/1282), non solo negli altri e verso gli altri, ma anche in se stesso.


Ma vi è anche un altro principio che esige questa sua particolare e speciale santificazione. Il presbitero è l’uomo afferrato dallo Spirito Santo e costituito in Cristo Gesù suo particolare strumento per l’annunzio della verità, per condurre i suoi fratelli nella verità della salvezza. «Pertanto, esercitando il ministero dello Spirito e della giustizia, essi vengono consolidati nella vita spirituale, a condizione però che si lascino guidare dallo Spirito di Cristo che li vivifica e li conduce» (PO 12: EV 1/1284).


Uomo segnato in modo particolare dallo Spirito e da Gesù Signore, il presbitero deve pertanto corrispondere, in modo particolare, a questa sua vocazione; è quindi richiesta a lui anche una particolare e speciale santificazione, che lo abilita e lo rende idoneo a compiere tutto il ministero che Gesù gli ha affidato, consacrandolo con lo Spirito dell’unzione, come Lui era stato consacrato dallo Spirito. «Ma la stessa santità dei presbiteri contribuisce non poco a rendere fruttuoso il ministero» (PO 12: EV 1/1285).
Il Presbitero deve lasciarsi muovere in modo speciale dallo Spirito del Signore, e il modo è uno solo: come il suo Maestro, in Lui, per Lui, con Lui, perché egli è presenza sulla terra di Cristo che viene mosso dallo Spirito per il compimento della missione di salvezza in favore di tutti gli uomini.

Tratto da: Il mio si al Signore. Testimonianze di vita sacerdotaili - Tau editrice - Don Francesco Cristofaro


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