Non c'è pace per Salvini: leader della Lega Nord contestato anche a Segrate

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SEGRATE, 20 MAGGIO 2015 - Non c'è più pace per Matteo Salvini. Man mano che la sua popolarità è andata aumentando (esponenzialmente negli ultimi mesi), per il leader del Carroccio le uscite pubbliche si son rese sempre più movimentate. Non si contano nemmeno più le contestazioni, più o meno violente, di cui Salvini è stato vittima: l'ultima a Segrate, nel pieno del cuore lùmbard leghista. Appena sceso dall'auto, al grido di 'fascista fascista', i contestatori hanno tentato di sabotare il comizio elettorale a sostegno dei candidati leghisti alle elezioni comunali di Segrate ed il successivo aperitivo. Necessario l'intervento degli agenti di polizia, costretti ad una piccola carica con fumogeni per tenere a bada i contestatori. Non sono stati segnalati feriti nè fra gli agenti nè fra i contestatori, armati di uova e pomodori, lanciati all'indirizzo del segreterio federale milanese. La reazione di Salvini all'accusa "fascista" è stata quella, solita, di rivolgersi a chi lo contestava addicendo loro l'appartenenza alla categoria dei 'rivoluzionari disadattati', alludendo al fatto che essi sventolassero bandiere di Rifondazione ComunIsta e a movimenti antifascisti evidentemente di sinistra.

[MORE]Per il Matteo che cerca di disinnescare il fenomeno elettorale dell'altro Matteo (Renzi), la ribalta nazionale della Lega sta evidenziando, sempre più, il presentarsi di due effetti contrastanti: se il fermento è tangibile nelle aree di destra, che vedono in Salvini un nuovo leader naturale, è anche vero che il suo prender posizioni spesso estreme lo sta rendendo inviso alla parte storicamente (e stoicamente) antifascista e di sinistra. Se a questo bisogna necessariamente aggiungere l'estrazione leghista di Salvini che non gli permette d'esser molto simpatico nel Meridione, il piatto è servito. Ed è un piatto dal gusto decisamente difficile da digerire per chi si candida ad esser leader nazionale. A Marsala non è riuscito a scendere dalla macchina. A Massa è stato contestato con scontri al seguito, a Lamezia Terme di certo non gli hanno riservato una buona accoglienza, così come a Napoli, dove ha deciso di sospendere il Lega tour.

Proprio non gli si perdonano, soprattutto al Sud, quei cori anti-napoletani e, nell'epoca in cui ai surfer della rete non scappa nulla, quei post sui social spesso rivolti ai meridionali. Un handicap che difficilmente Matteo Salvini riuscirà a colmare, in un potenziale politico-elettorale che sembra enorme, visto come bene riesce a stuzzicare la pancia degli insoddisfatti (soprattutto a destra) con temi delicati e pesanti che affronta, ormai con un presidio fisso, in tv.

Salvatore Remorgida

(Ph. Ilfattoquotidiano.it)

 

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Scritto da Salvatore Remorgida

Giornalista di InfoOggi

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