Politica

Padoan preoccupato per l'Europa: "Far saltare Schengen? Più pericoloso della crisi dell'euro"

ROMA, 3 MAGGIO 2016 - L’Europa sta vivendo «una situazione eccezionale in cui sta rischiando forse come non ha mai rischiato da quando è stata inventata». È questo il monito lanciato dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto a un convegno presso la facoltà di Economia della Sapienza di Roma. Durante il suo intervento Padoan fa poi riferimento soprattutto all’emergenza dei rifugiati, manifestando una certa preoccupazione a riguardo: «Quello che sta succedendo con la rimessa in discussione di Schengen è più pericoloso della crisi dell’euro di qualche mese fa, perché non dipende dalle performance macroeconomiche ma mette al centro le idee diverse dell’Ue, visioni nazionali che rischiano di prevalere». [MORE]

Il ministro dell’Economia inoltre dichiara che la fine di Schengen non sarebbe pericolosa per la vittoria dei nazionalismo ma avrebbe delle ripercussioni anche sui conti dell’Unione Europea. La reintroduzione sistematica dei controlli alle frontiere interne dell'Ue nell'area Schengen, infatti, in base alla stima ipotetica fatta dalla Commissione Ue contenuta nelle previsioni economiche di primavera, avrebbe costi diretti da 5 a 18 miliardi di euro l'anno.

In questa fase, ha aggiunto il ministro, l’Europa si trova davanti «quattro sfide particolarmente severe». Oltre alla già citata sfida sui rifugiati, molto importante sarà l’andamento dell’economia e la disoccupazione giovanile, così come la sicurezza: nelle capitali europee c’è la possibilità di stragi. Questo cambia la vita dei cittadini». Infine, il quarto punto riguarda la «Brexit, vale a dire la possibilità che la Gran Bretagna esca dall’Ue sulla base dell’esito di un referendum». Un rischio che «rappresenterebbe un esempio non virtuoso di come si può uscire da un accordo, pur nel rispetto di regole democratiche, e metterebbe in moto meccanismi analoghi in altri paesi».