Diritti delle coppie gay, polemica nel Pd

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ROMA, 13 GIUGNO 2012 - Nuove polemiche all’interno del Partito democratico in merito al riconoscimento dei diritti delle coppie gay. Il cattolico Beppe Fioroni in un’intervista del 12 giugno al quotidiano vescovile Avvenire critica le dichiarazioni rilasciate dal segretario Bersani in occasione del Gay Pride svoltosi a Bologna lo scorso fine settimana. Bersani ha infatti appoggiato la manifestazione e ha messo in evidenza come in Italia si debba ancora fare molto per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali e quanto sia necessario varare delle leggi adeguate contro l’omofobia e la transfobia. In attesa delle elezioni del 2013 il Pd prende quindi una posizione netta a favore di «un nuovo civismo in cui ciascuna persona possa avere pari diritti e pari opportunità di vita, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale e identità di genere».

Di tutta risposta Fioroni, rappresentante dell’area democristiana del Pd, ritiene che invece in questo momento storico il problema delle coppie gay non sia prioritario e che all’interno del partito ci siano delle spinte poco moderate che allontanerebbero un possibile accordo con l’Udc di Casini e comporterebbero di conseguenza una perdita di voti dei cattolici e dei centristi. Incalzato dalle insistenti domande del giornalista riguardo questo argomento, Fioroni propone addirittura una propria candidatura alle prossime primarie anche perché «non si tratta solo di scegliere il leader, ma di fissare programmi e contenuti» che rispettino le esigenze della vasta area riformista e moderata che l’Udc vuole costruire con il Pd.[MORE]

A seguito di queste dichiarazioni si è scatenata una vera e propria bufera all’interno del Pd, con interventi e battibecchi sul web che hanno sollevato il problema non soltanto delle coppie gay ma anche del testamento biologico e del divorzio breve, che verranno discussi proprio questo giovedì dal partito in occasione di una riunione del comitato per i diritti presieduto dalla cattolica Rosy Bindi.

Intanto particolarmente agguerriti si dimostrano Paola Concia, Ignazio Marino, Enzo Martinelli, Ivan Scalfarotto e anche Enzo Bianco, che sfidano Fioroni a candidarsi per le primarie, in modo da verificare quanti nel partito appoggino le sue posizioni, fortemente convinti che anche gli elettori cattolici siano più disponibili e maturi dei loro rappresentanti. La prodiana Sandra Zampa dichiara che all’interno del partito è necessario un vero e proprio rinnovamento poiché è evidente come esso sia ostaggio di «piccoli potentati dotati di poteri di interdizione» e non di vere e proprie correnti che possano spingere a un dialogo e a una crescita. Ivan Scalfarotto rincara la dose ritenendo che le posizioni di Fioroni sono più in linea con il pensiero dei partiti di destra, ma che le sue esternazioni sono un’importante occasione per capire la posizione del popolo democratico in materia di diritti e unioni omosessuali.

Mentre Fioroni definisce i matrimoni gay causa del divorzio fra progressisti e moderati, Ignazio Marino e Paola Concia mettono in evidenza la presenza di altri problemi all’interno del partito.Il problema infatti non è se fare la legge sulle unioni civili ma come farla. Pare però che l’intesa all’interno del Pd sia profonda, la stessa Barbara Pollastrini, ex ministro e promotrice dei Dico, ripete che l’Italia non rispetta la propria Costituzione «che prevede uguaglianza e pari dignità per tutti».

La polemica sollevata da Fioroni ha in realtà una portata più ampia, e sembra andare oltre le unioni civili tra omosessuali o il testamento biologico. All’interno del Pd, infatti, è in atto un confronto molto serio che riguarda anche le future alleanze di governo. In queste condizioni non si può avere l’appoggio dei cattolici, il moderato Lucio D’Ubaldo a tal proposito si chiede quali siano le intenzioni del Pd, cioè se l’iniziale progetto che prevedeva di aprire al centro e allearsi con l’Udc sia ormai passato in secondo piano per rivolgersi invece a partiti meno moderati.

La giornata di ieri è stata infiammata anche dalle dichiarazioni omofobe di Antonio Cassano che, in conferenza stampa, in merito alle dichiarazioni di Alessandro Cecchi Paone sulla presenza di calciatori gay nella Nazionale italiana, ha risposto: «Froci in Nazionale? Sono problemi loro. Ma spero di no». In serata la Figc ha ovviamente aggiustato il tiro correggendo le parole del calciatore che ha chiesto scusa pubblicamente, sottolineando il suo rammarico per aver dimostrato sentimenti omofobi che non gli appartengono. Le pubbliche scuse non hanno però impedito la risposta pronta e piccata di Nichi Vendola che ha definito Cassano e tutti i suoi colleghi «straricchi e straignoranti», ma anche molto protetti al punto che anche dichiarazioni omofobe come questa rischiano di rimanere impunite. Il confronto con le esternazioni di Fioroni è stato poi inevitabile, la critica di Vendola è perentoria, infatti «il calcio vive una fase di degrado e corruzione al pari di tanti luoghi del potere» ma il problema è l’assenza di «una classe dirigente che dovrebbe educare alla complessità e alla diversità. Siamo fanalino di coda in Europa dal punto di vista dei diritti civili».

(foto Asca)

Laura Lussu
 

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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