Il prezzo del petrolio e dell’oro mostra una fase di flessione sui mercati globali, in un contesto economico ancora condizionato dalle tensioni internazionali e dalle aspettative legate ai colloqui di pace tra Russia e Ucraina. I principali indici energetici e il metallo prezioso registrano movimenti moderati ma significativi, segnalando un possibile cambio di scenario rispetto alle settimane precedenti.
Prezzo del petrolio in calo: andamento di WTI e Brent
Il mercato del greggio apre la giornata con un trend ribassista.
Il WTI (West Texas Intermediate) viene attualmente scambiato a 58,42 dollari al barile, con una flessione dello 0,3%. In parallelo, il Brent, riferimento europeo per la quotazione del petrolio, scende dello 0,4% stabilizzandosi intorno a 62,85 dollari al barile.
A influenzare la contrazione dei prezzi potrebbero essere diversi elementi:
- l’ottimismo per un possibile accordo diplomatico Russia-Ucraina, che attenua i timori sulle forniture energetiche;
- l’aumento delle scorte petrolifere statunitensi;
- i segnali di un possibile rallentamento della domanda globale, in particolare in Asia.
Quando i mercati percepiscono maggiore stabilità geopolitica, la pressione rialzista sui prezzi del petrolio tende a diminuire, riducendo anche l’attività speculativa.
Prezzo dell’oro stabile ma in lieve calo: segnali dal mercato
Anche il mercato dell’oro registra un movimento moderato.
Il metallo prezioso viene quotato intorno a 4.157 dollari l’oncia, con una variazione negativa dello 0,1%.
Nonostante il leggero ribasso, l’oro continua a rappresentare un bene rifugio per gli investitori, soprattutto nei contesti di incertezza economica e politica. La stabilità del prezzo suggerisce che il mercato è in una fase di attesa, in cui gli investitori osservano l’evoluzione geopolitica prima di compiere scelte più nette.
Previsioni e scenari futuri: volatilità ancora possibile
Gli analisti concordano su un punto: la fase attuale potrebbe non essere definitiva.
Sia il prezzo del petrolio sia la quotazione dell’oro restano soggetti a possibili oscillazioni nelle prossime settimane, influenzate da:
- decisioni dell’OPEC+ su produzione e tagli;
- aggiornamenti sui tassi di interesse internazionali;
- indicatori economici globali;
- andamento delle trattative di pace sul fronte geopolitico.