Politica

"Piano Sulcis" - Vertice a Roma

 IGLESIAS, 19 DICEMBRE 2012 - Si è tenuto ieri nella sede del ministero della Coesione Territoriale a Roma il vertice per definire il "Piano Sulcis".
Rappresentanti del Governo nazionale il ministro Fabrizio Barca ed il sottosegretario al Mise Claudio De Vincenti. Per la regione, il governatore Ugo Cappellacci e l'assessore all'industria Alessandra Zedda. Per il territorio il presidente della Provincia Carbonia-Iglesias Salvatore Cherchi e i sindaci del luogo.

Si sono esaminati i punti critici del Piano e si è, quindi, preparato il campo per la gara internazionale di idee finalizzata al rilancio del territorio.[MORE]

In una nota del ministero si legge che, stando ai risultati di alcuni sopralluoghi effettuati dall'Uver e dal Dg-prun «sono emersi punti di forza e di debolezza e tutte le parti hanno assunto un impegno circostanziato per consentire una celere attivazione di una parte delle opere pubbliche previste che risponda alle esigenze di tempestività avanzate dal partenariato economico. È stata anche valutata la possibilità di realizzare nell'area interventi di incentivazione de minimis utilizzando quanto previsto dal decreto-legge Crescita 2.0 sull'estensione delle zone urbane interessate nei Comuni della Provincia di Carbonia-Iglesias ».

Dalla stessa nota si ha la conferma di quanto già premesso nel corso della visita ministeriale del 13 novembre: «Invitalia ha scandito la tempistica molto stretta per l'emanazione del bando internazionale di idee, che richiede entro il 10 gennaio 2013 l'impegno alla chiarezza delle scelte locali, regionali e nazionali, impegno che e' stato assunto dai singoli partecipanti al Tavolo».

Cappellacci ha espresso apprezzamento per l'attività svolta sino ad oggi che «disegna certamente uno scenario di grande prospettiva per l'area del Sulcis, migliorando e infrastrutturando il territorio rendendolo attrattore d'investimento, ma non risolve nell'immediato uno dei problemi che aveva ispirato il Piano Sulcis: concorrere alla soluzione della crisi generata dalla chiusura dello stabilimento Alcoa», sebbene il Piano sia finalizzato «a rimuovere, con gli interventi previsti per la viabilità e per la portualità, quel gap infrastrutturale che nei decenni passati ha pesantemente limitato la possibilità per impresa e lavoro di muoversi in maniera competitiva rispetto agli altri territori»

Francesco Lippi, presidente Confapi Sardegna, rimane in attesa di «poter capire come poter coniugare la strategia d'intervento sulla creazione della prospettiva con l'urgenza dell'immediato, necessaria a non far "spegnere" le imprese locali e salvaguardare i posti di lavoro. Chiediamo soluzioni chiare e spendibili nell'immediato, con tempi certi, che siano evidentemente in linea con le strategie di sviluppo dell'intero Sulcis».

La preoccupazione espressa sia dal governatore che dal presidente regionale della Confapi è certamente condivisibile. Lo stabilimento Alcoa di Portovesme, infatti, non solo sta vivendo una vertenza ormai annuale lenta e contraddittoria, che ha avuto come tetro leitmotiv la procrastinazione e che non sembra aver trovato alcuna direzione se non l'attesa di un vago compratore per favorire il quale si è già ricorso alla Commissione europea, ma è anche quella che è uscita con le minori speranze dalla visita di novembre.

Come se non bastasse, la vertenza verrebbe ulteriormente rallentata da un'eventuale crisi di governo che sembra annunciarsi ogni giorno di più. Per questo non si è neppure certi che a febbraio, quando partirà il bando internazionale, l'esecutivo sia lo stesso di adesso. 

Per quanto sia scorretto processare le intenzioni, va detto che la gestione (o l'inerzia nella gestione) delle vicende industriali dei passati governi non lascia molto spazio all'ottimismo nel caso in cui si verificasse quest'ultima eventualità.

Marco Secci