PALERMO, 28 APRILE 2012 – Sessantatré dimissioni in tutto, tra direttori di dipartimento, primari e responsabili delle scuole di specializzazione, per protestare contro la chiusura del reparto di Oncologia del Policlinico, resasi necessaria (ne parlavamo domenica) a seguito dell'ispezione dei tecnici inviati dal ministero della Salute e dall'assessorato due mesi fa, dopo la morte di Valeria Lembo, 34 anni, uccisa perché qualcuno, a quei nove milligrammi di Vinblastina necessaria per quella seduta di chemioterapia, sulla cartella qualcuno aggiunse uno zero, facendoli diventare novanta.
L'indagine, aperta per contestare il reato di omicidio colposo, vede sul banco degli imputati la dottoressa Laura Di Noto, l'ex primario del reparto, professor Sergio Palmeri, Alberto Bongiovanni, che modificò la cartella clinica il giorno successivo per ristabilire la correttezza delle cifre e Gioacchino Mancuso, lo studente universitario che materialmente inserì quello zero in più. L'ispezione, peraltro, aveva evidenziato gravi carenze strutturali, gestionali ed organizzative, che continuavano a mettere a repentaglio la salute dei pazienti. Chiudere il reparto, insomma, sembrava essere la cosa più logica da fare.[MORE]
Logica che, evidentemente, è diversa da quella di medici e pazienti, che nei giorni scorsi hanno dimostrato la propria contrarietà con un sit-in che ha bloccato l'ingresso della direzione generale, dove martedì scorso era previsto l'incontro tra i vertici del Policlinico e del Civico, dove i pazienti saranno dirottati. «Per vendicare la morte di una donna, condanna centinaia di persone. Non siamo pacchi» ha detto Giuseppe Salamone, marito di una delle pazienti, rivolgendosi direttamente all'assessore.
«Fate un'altra ispezione prima di prendere una decisione sbagliata», ha chiesto Rosella Proietti, presidente del comitato consultivo aziendale, evidenziando come nei tre mesi in cui si sono interessati al reparto, «è cambiato tutto». Appello al quale si sono aggiunti anche i sessantatré dimissionari, che hanno comunque garantito che continueranno ad assistere i pazienti: «le condizioni di funzionalità e sicurezza della struttura sono oggi adeguate», scrivono in una lettera inviata all'assessore Russo.
A rispondere è direttamente Renato Balduzzi, ministro della Salute, che in una nota evidenzia come «la richiesta fatta alla Regione dalla competente direzione generale del Ministero di valutare la sospensione temporanea delle attività del reparto di Oncologia medica del Policlinico di Palermo è conseguenza necessaria delle gravi e numerose criticità attestate dalla relazione degli ispettori ministeriali, non sussistendo le condizioni per il mantenimento in attività del reparto a causa degli elevati e permanenti livelli di rischio per pazienti e operatori e per la mancanza della garanzia delle necessarie condizioni di qualità e sicurezza». «La temporanea sospensione delle attività» - ha concluso il ministro - «è stata quindi decretata per attuare tutti gli interventi utili a consentire l'adeguamento dell'unità operativa agli standard di sicurezza previsti, con l'attenzione di ridurre al minimo il disagio dei pazienti».
A questo punto, la domanda è più che lecita: chi, tra le parti, parla senza conoscere la situazione reale?
(foto: gds.it)
Andrea Intonti