Economia

Presentato all'Umg di Catanzaro il rapporto annuale sull'economia della Calabria nel 2012

CATANZARO, 19 GIUGNO 2013 - Nel 2012 l’attività economica in Calabria ha subito un forte calo in tutti i principali settori. Il PIL regionale è diminuito del 3 per cento, in misura superiore al Mezzogiorno e all’Italia: la fase recessiva nel 2012 si è acuita e l’occupazione è diminuita più che nel resto d’Italia.

E’ questo il dato pesante sull’andamento dell’economia calabrese nell’anno 2012 contenuto nell’annuale Rapporto redatto e presentato dalla Banca d’Italia, Filiale di Catanzaro, questa mattina, nel corso di una giornata di studi che si è tenuta presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Questo appuntamento annuale, realizzato ed inaugurato per la prima volta in Calabria nel 2002 dal Corso di Laurea in Economia Aziendale dell’Ateneo del capoluogo calabrese, è di particolare rilievo e costituisce un fondamentale momento di incontro e di confronto sullo stato dell’economia e sulle prospettive della Regione Calabria.

Ha aperto i lavori della giornata il Rettore dell’Università Magna Graecia, Prof. Aldo Quattrone, che ha evidenziato la necessità di legare formazione e sviluppo imprenditoriale attraverso l’innovazione. “Nel nostro nuovo modello di alta formazione – ha evidenziato il Rettore Aldo Quattrone – i master saranno strettamente legati allo sviluppo di imprese e dovranno prevedere al termine del percorso formativo, la nascita di imprese spin off costituite dall’Università, soggetti pubblici o privati co-finanziatori del Master e dagli studenti che abbiano elaborato le migliori idee innovative trasformabili in processi o prodotti di interesse industriale. L’auspicio è che già nella prossima relazione annuale questo piccolo settore di start up tecnologiche al servizio dello sviluppo del territorio possano essere segnalati come elementi di innovazione e di crescita”.

“Nei momenti di crisi – ha spiegato il Direttore della Banca d’Italia, Filiale di Catanzaro, Dott.ssa Luisa Zappone – è importante l’unione di tutte le forze istituzionali, imprenditoriali, bancarie, sociali, culturali, civili. I dati del rapporto annuale che presentiamo hanno il sapore più amaro degli ultimi anni. I record sono tutti al negativo: calo consumi famiglie, calo investimenti, calo spesa PA, esportazioni ridotte, riduzione del 3 per cento del PIL regionale, calo considerevole dell’occupazione. Si sono persi 36mila posti di lavoro negli ultimi anni. Pesano gli squilibri e per questo bisogna agire sui deficit strutturali che abbiamo. L’invito a tutti di operare concretamente ciascuno per la propria parte per far ripartire l’economia deve alimentare la speranza, anche se in questa situazione è difficile essere ottimisti ma bisogna provarci”.

Sui temi dell’economia nazionale internazionale ha relazionato il dottor Andrea Brandolini del Servizio Studi di Struttura economica e finanziaria della Banca d’Italia, che ha inquadrato il quadro nazionale della crisi economica con dati che segnalano negli ultimi cinque anni la perdita del 7 per cento del PIL, la perdita del 9 per cento del reddito e del 25 per cento della produzione industriale e l’aumento della disoccupazione per l’11,5 per cento con un 40 per cento di disoccupazione giovanile.

I dati relativi all’andamento dell’economia calabrese nel 2012 sono stati presentati dai ricercatori del Nucleo Ricerca Economica della Banca d’Italia, Filiale di Catanzaro i dottori Paolo Piselli e Giuseppe Albanese.

Vediamo in sintesi i dati principali del Rapporto.
In base alle indagini della Banca d’Italia su un campione di imprese calabresi dell’industria in senso stretto, si è avuto un calo del fatturato; le attese degli imprenditori prefigurerebbero, tuttavia, una stabilizzazione per il 2013. Il grado di utilizzo degli impianti è tornato sui livelli minimi del 2009; il calo della domanda e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento hanno determinato una riduzione degli investimenti da parte delle imprese.

Le esportazioni di merci della regione hanno ristagnato, dopo il recupero dell’anno precedente. Tra i principali comparti di specializzazione, hanno tenuto le vendite all’estero dell’agroalimentare, mentre si sono drasticamente ridotte quelle del settore chimico.

Si è accentuata la crisi del settore delle costruzioni in atto dal 2007, cui ha contribuito il forte calo delle compravendite nell’edilizia residenziale.

Il settore dei servizi ha risentito della diminuzione della domanda interna. I dati sui consumi di beni durevoli e sul reddito disponibile indicano un’accentuazione del calo già registrato nel 2011; è diminuita anche la spesa dei turisti provenienti dall’estero. Dopo la breve inversione di tendenza verificatasi nel 2011, l’occupazione in Calabria è tornata a contrarsi, con un calo sensibilmente più marcato di quello osservato nel Mezzogiorno e in Italia. La riduzione ha interessato nel 2012 anche la componente femminile, che era risultata in crescita nei precedenti due anni. Tra i settori, quello delle costruzioni ha perso dal 2008 oltre un quarto degli occupati. Le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni si sono ridotte, per effetto principalmente del calo della componente in deroga, pur rimanendo sui livelli molto elevati raggiunti nel triennio precedente.

Il tasso di disoccupazione in Calabria è aumentato più di quanto sia avvenuto nel Mezzogiorno e in Italia, anche per effetto del sensibile aumento delle persone, prima inattive, che hanno iniziato a cercare un’occupazione. Dal 12,7 per cento si è passati al 19,3 per cento, quasi il doppio della media italiana e superiore a quello medio del Mezzogiorno. L’aumento del tasso di occupazione ha riguardato sia gli uomini e sia le donne. La disoccupazione è aumentata soprattutto nelle fasce di età più giovani: il tasso di disoccupazione per i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni è aumentato dal 40,4 al 53,5 per cento, quello per la fascia di età 25-34 dal 19,8 al 28,1 per cento. Il tasso di disoccupazione è aumentato per tutti i livelli di istruzione in Calabria come in Italia.

Nel corso del 2012 il credito erogato dagli intermediari bancari alla clientela residente in Calabria, al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine, è diminuito rispetto all’anno precedente.

I prestiti bancari alle famiglie consumatrici, che dall’inizio della crisi avevano continuato a crescere, si sono ridotti.

Una simile dinamica ha riguardato anche il settore produttivo, per effetto della diminuzione del credito concesso alle imprese di piccole dimensioni. La riduzione dei finanziamenti ha interessato tutti i settori di attività, in particolare quello delle costruzioni.

Si è indebolita la domanda di finanziamenti, principalmente quella delle imprese finalizzata agli investimenti produttivi; le condizioni di offerta sono rimaste tese e si sono tradotte in un aumento dei margini applicati, in particolare alla clientela più rischiosa. I tassi di interesse a breve termine praticati alle imprese con sede in Calabria sono aumentati; quelli applicati alle imprese di piccole dimensioni si sono mantenuti su livelli superiori rispetto a quelli registrati per le imprese medio-grandi. Il tasso di interesse medio sui mutui per l’acquisto di abitazioni è rimasto stabile.

Si è registrato un deciso peggioramento della qualità del credito per il settore produttivo, a fronte di una sostanziale stabilità per le famiglie. Per le imprese, l’aumento della rischiosità è principalmente ascrivibile al comparto delle costruzioni. L’incidenza delle partite deteriorate complessive sui prestiti lordi è significativamente cresciuta dai valori pre-crisi.

La raccolta bancaria presso la clientela calabrese è aumentata, sospinta dalla forte crescita dei depositi a scadenza protratta, la cui remunerazione è aumentata nel corso dell’anno. La componente relativa alle obbligazioni bancarie ha subito un deciso rallentamento. Alla fine del 2012, la quota del risparmio delle famiglie calabresi investita in depositi bancari risultava sensibilmente superiore rispetto al dato nazionale.

Hanno discusso i dati contenuti nel Rapporto annuale il Presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi e il Prof. Donato Masciandaro, Ordinario di Economia Politica presso l’Università Bocconi. Ha moderato il dibattito la Prof.ssa Annarita Trotta, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

“I dati – ha introdotto la Prof.ssa Annarita Trotta – sono molto pesanti. Si percepiscono ferite profonde: basti vedere la filiera immobiliare, le categorie di giovani fiaccati dalla disoccupazione e le piccole e medie imprese provate dalle difficoltà di questa crisi. Sembrerebbe la cronaca di una morte annunciata. Ma se si riesce tutti insieme a discutere e riflettere su quanto è emerso dallo studio della Banca d’Italia, azionando gradualmente segnali di inversione di tendenza, allora qualche processo di cambiamento potrà avviarsi grazie all’azione di tutti”.

“Voglio proporre possibili soluzioni – ha sottolineato il Presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi. Tre possono essere le leve che possono azionare un cambiamento: internazionalizzazione; contratti di rete tra aziende; fiscalità di vantaggio. Occorre uno scatto di orgoglio, credere nel made in Italy e andare alla ricerca di nuovi mercati all’estero esportando i propri prodotti. Parlo della mia stessa esperienza imprenditoriale con esportazione in Corea del Sud, ma anche di quella di altre imprese associate a Confindustria che stanno guardando a nuovi mercati esteri. I coreani, ad esempio, credono alle nostre marche ma quello che ho visto innanzitutto è stata un’altissima educazione sociale, civile, imprenditoriale. Dobbiamo imparare questa nuova mentalità per lavorare sulla cultura come fattore competitivo, unitamente poi a tutti gli investimenti infrastrutturali, alle riforme necessarie. Pagamenti, flessibilità, credito su questo ci giochiamo tutto per dare linfa vitale al sistema. Anche per il settore del turismo serve questa rivoluzione culturale perché il turismo è un’impresa che deve essere fatta insieme da imprenditori, politica, istituzioni, territorio, cittadini, non solo dal singolo imprenditore”.

“Il problema in questo momento non è solo della Calabria – ha spiegato il Prof. Domato Masciandaro – ma di tutto il nostro Paese, che sta vivendo un problema di crescita economica, o meglio di decrescita economica. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una flessione del PIL, ma se vediamo il tasso di crescita ci renderemo conto che questo è andando gradualmente diminuendo toccando valori negativi, e dando origine ad un problema di decrescita strutturale. Il fattore della produttività è legato allo stock di capitale immesso nel sistema. Nel rapporto Italia-Germania, lo stock di capitale immesso dall’Italia è più alto di quello della Germania, ma quest’ultima cresce di più. Il fattore della crescita si lega a quello del capitale civile. In un ambiente qualitativamente regolato dal rispetto delle regole, la produttività è maggiore, dato uno stesso stock di capitale. Pertanto da questo si deduce che il nostro paese non ha qualità per il rispetto delle regole pertanto il deficit di capitale civile intacca in maniera determinante il fattore crescita e produttività. La grande quantità di stock di capitale si traduce in bassa qualità produttiva. Dove si segnala un deficit di capitale civile, aumenta chi viola le norme facendo sì che l’economia bianca vada male mentre quella grigia molto bene. La speranza è che la presenza dell’Europa ci porti ad una meccanismo per importare regole e farle diventare parte di noi stessi”.
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