Previsioni crescita UE, Italia ancora maglia nera
Economia Campania

Previsioni crescita UE, Italia ancora maglia nera

giovedì 11 maggio, 2017

BRUXELLES, 11 MAGGIO - Rimangono invariate le stime di crescita dell’Italia realizzate dalla Commissione Europea: il nostro Paese resta il fanalino di coda dell’Unione, con un +0,9% nel 2017 ed un +1,1% del 2018. Dati, questi, che parlano chiaramente di una “modesta ripresa”, prevalentemente legata ad un leggero aumento degli investimenti nelle costruzioni e delle esportazioni.

“Persistono le fragilità strutturali che conosciamo”, così Pierre Moscovici, commissario agli affari economici, ha commentato le previsioni per l’Italia. Riviste al ribasso invece le stime sul deficit, che scenderà al 2,2% quest’anno e al 2,3% l’anno prossimo, rispetto ai 2,4% e 2,6% attesi a febbraio, grazie alle ulteriori misure adottate nel mese di aprile, principalmente in materia di riscossione delle tasse.[MORE]

Aumenterà invece il debito pubblico nel 2017, che salirà a quota 133,1% dal 132,6% del 2016, a causa dello stanziamento di risorse per il supporto al settore bancario, per poi tornare al 132,5% nel 2018.

La grande incertezza a livello politico e le vicende che hanno colpito il settore delle banche sono i principali fattori che ostacolano la crescita Italiana. Secondo la Commissione, tuttavia, “l’alta fiducia nella manifattura potrebbe portare ad una domanda esterna maggiore rispetto a quella attesa”.

A livello Europeo il quadro è invece più incoraggiante. Sta infatti per terminare la tornata di elezioni, principale causa di incertezza a livello economico, e sta per farlo dopo aver scongiurato l’avvento al potere di forze populiste ed antieuropee. Prima i Verdi in Austria, adesso Macron in Francia, hanno infatti contribuito ad evitare l’inserimento di ulteriori fattori di instabilità in una situazione già complessa. Continua invece l’attesa per quelli che saranno i risultati delle urne nelle elezioni in Germania, a settembre.

Scende la disoccupazione nell’eurozona, che nel 2018 arriverà all’8.9%, dato più basso dal 2009, ed aumenta il pil (+1,7%). Nonostante questo, la distribuzione dei tassi di occupazione resta disomogenea: in alcuni paesi (come l'Italia) continua infatti ad essere ancora estremamente elevato il numero dei disoccupati.

Le stime di primavera della Commissione restano, ovviamente, connotate da un elevato grado di incertezza. I rischi sono tuttavia diventati “più bilanciati” secondo Bruxelles. Ad ogni modo, a destare maggiormente preoccupazione continuano ad essere la politica commerciale statunitense, l’evoluzione economica della Cina ed i negoziati per la Brexit.

Paolo Fernandes

Foto: pinterest.com


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