Cultura e Spettacolo

Primo Levi e la Giornata della Memoria

TORINO, 27 GENNAIO 2014 - Quando si parla del Giorno della Memoria si fa sempre riferimento a Primo Levi e al suo "Se questo è un uomo": la sua maledizione su chi vuole dimenticare quanto accaduto come semplice orrore di guerra scuote ancora oggi le coscienze.

Le celebrazioni e le varie iniziative sulla Giornata della Memoria ripartono dal suo nome e da quello di Anna Frank. Dicono però molto di più, dato che i sopravvissuti che possono ancora raccontare l'orrore vissuto sono pochissime e il rischio che l'orrore possa ripetersi è ancora molto elevato.[MORE]

Pochi sanno, per esempio, che per Primo Levi l'orrore è continuato anche nel travagliato viaggio di ritorno, quando l'Armata Russa lo salva miracolosamente dal campo di concentramento, raccontato ne "La tregua". Oltre a raccontare gli immediati eventi che rendevano la vita impossibile per ebrei e non solo, Levi mostra quello che è stato l'orrore del secondo dopoguerra: l'orrore dell'oblio.

La Giornata della Memoria serve a non dimenticare, ma le molteplici iniziative (tra pellicole cinematografiche, celebrazioni, concorsi a tema, ecc.) servono a poco: la celebrazione serve a ricordare, ma dovrebbe anche scuotere le coscienze tutto l'anno.

Nel suo viaggio di ritorno ad Auschwitz nel lontano 1983 (video), Levi riporta la memoria a una Polonia che aveva vissuto cinque anni di guerra e che, davanti a un profugo in fuga, non sapeva cosa offrire, non sapeva come aiutare quelle persone che avevano vissuto quell'orrore.

L'Italia degli anni Cinquanta, in pieno boom economico, cercava in ogni modo di non ricordare quanto era appena accaduto. Ora la parola chiave è, invece, ripercorrere quei passi per allontanarsi e prendere le distanze da ogni forma di odio, ovunque questa si presenti.

Fonte immagine: Wikipedia.it

Fonte video: YouTube

Annarita Faggioni