NEW DELHI, 27 MARZO 2014 - E’ stato sospeso il processo, presso il tribunale speciale, a carico dei due marò dopo che la Corte suprema indiana ha accolto il loro ricorso contro l'utilizzo della polizia Nia antiterrorismo. Sarà tenuta, dunque, fra quattro settimane, la prossima udienza. Buone speranza erano giunte già ieri in seguito all’incontro tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Lo stesso premier ha espresso, nella conferenza stampa, la fiducia nell’appoggio degli Usa sul caso, appoggio che ben fa sperare.
Doveva tenersi, dunque, questa mattina la riunione della Corte e ora è giunta la notizia della decisione di accoglimento dell'istanza. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone avevano, infatti, presentato alla Corte Suprema indiana una 'petition' (una istanza) in cui si opponevano all'utilizzazione della polizia antiterrorismo Nia per le indagini sul loro caso.
Per l’ Italia questo passo è da considerare già una vittoria considerando, inoltre, che secondo fonti legali il ricorso accolto dalla Corte "contesta in toto il diritto dell'India a condurre l'inchiesta e a giudicare i marò". [MORE]
In poche parole la Corte suprema ha fermato il processo nei confronti dei due militari. In realtà l'Italia era già riuscita a evitare la possibilità di utilizzare il Sua Act (la legge anti-terrorismo che prevede anche la pena di morte), vale a dire il riconoscimento da parte della magistratura indiana della tesi che la Nia può occuparsi solo di casi di terrorismo.
Non ci si vuole però fermare a questa iniziale vittoria, l'Italia, infatti, punta ad un'azione internazionale concertata e più ampia. Non verrà riconosciuta la giurisdizione indiana sul caso, si rifiuterà il processo e i due militari non si presenteranno in tribunale. La posizione italiana, come afferma l’inviato speciale del governo, Staffan De Mistura, sembra essere ferma e decisa, “niente processo".
(Fonte Repubblica)
Elisa Signoretti