ROMA, 21 GIUGNO 2014 – C’è intesa tra Partito democratico, Forza Italia e Lega Nord sulla riforma del Senato. Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli hanno presentato ieri venti emendamenti comuni che rivoluzionano quello che fino ad ora abbiamo conosciuto come il Senato italiano. La riforma prevede che a Palazzo Madama vi siano 100 senatori, 95 dei quali scelti dai consigli regionali e 5 dal presidente della Repubblica. Rivoluzionaria anche la questione che riguarda le funzioni, che saranno notevolmente ridotte: il nuovo Senato non voterà la fiducia al governo e neanche il grosso delle leggi.
A sorpresa però, nel testo presentato ieri torna l’immunità parlamentare per i senatori: niente arresto, niente intercettazioni se non autorizzate. Norma che nel provvedimento del governo non c’era.
Il premier Matteo Renzi non nasconde la sua soddisfazione: la riforma, che arriverà a Palazzo Madama il 3 luglio per essere votata, è stata suggellata da un documento che si regge sull’alleanza di ben tre partiti e che garantisce i voti necessari per arrivare in fondo entro luglio. «È un ottimo punto di arrivo», dice il premier ai suoi collaboratori. [MORE]
L’alleanza con Berlusconi è stata dunque indispensabile, soprattutto per il fatto che il gruppo democratico al Senato resta un’incognita. I 14 senatori dissidenti, che hanno rotto con il Pd renziano dopo il caso Mineo, sono di nuovo pronti a dare battaglia sulla riforma di Renzi. «Non molliamo », annuncia Massimo Mucchetti.
Sull’alleanza con la Lega, invece, Renzi appare più cauto. In particolare non ha gradito che Calderoli abbia cercato di intestarsi la vittoria. «Ha bisogno di visibilità, faccia pure. A noi interessano le riforme». Dal testo emerge che le regioni perdono competenze, competenze che tornano allo Stato. «Il Cnel sparisce. Infrastrutture, energia, commercio con l’estero, turismo tornano alla struttura centrale», elenca Renzi. Ciò vuole dire che il federalismo, questione cara al Carroccio, c’è, ma limitato, in modo che non venga concesso troppo al fronte che vorrebbe l’autonomia locale.
Federica Sterza