ROMA, 10 DICEMBRE 2014 - Storie di ordinarie prove di forza, almeno per le dinamiche parlamentari e politiche. Potrebbe essere introdotto così quanto accaduto, quest’oggi, in commissione Affari costituzionali alla Camera, dove il governo è stato battuto su due emendamenti identici presentati da una minoranza Pd a da Sel.
All’ordine del giorno la riforma del Senato. Se nelle prime battute tutto era filato liscio, con le proposte di modifica approvate, tra le quali una che prevede che al futuro Senato resti la competenza sui titoli di ammissioni dei propri componenti, non è stato così per l’emendamento presentato dal deputato di minoranza Pd, Giuseppe Lauricella.
Materia di tale emendamento è la disciplina della nomina presidenziale di 5 senatori, che dovrebbero rimanere in carica per 7 anni. Con 22 voti favorevoli, contro ai restanti 20, la commissione ha votato parere favorevole, contravvenendo all’attuale testo del ddl e, per l’appunto, eliminando la nomina di tali 5 senatori. In questo modo, il Senato sarebbe composto soltanto da 100 senatori eletti nei consigli regionali, senza la presenza di 5 senatori di nomina presidenziale.
È stato il voto, in dissenso dal suo gruppo, di Maurizio Bianconi, frondista di Forza Italia, quello decisivo per far andare sotto il governo sull'emendamento. Assieme all'esponente azzurro, hanno votato sì M5S, Sel, Ln e diversi deputati Pd: Bindi, D'Attorre, Agostini, Lattuca, Meloni, Pollastrini, Cuperlo, Lauricella. Andrea Giorgis (Pd) si è astenuto mentre il presidente della commissione, Francesco Paolo Sisto, ha votato contro. Dunque a decidere il voto scaturito da un'alleanza trasversale tra Fi e minoranza Pd.[MORE]
«È il segnale che sui punti che non sono centrali bisogna lasciare alla commissione la possibilità di discutere e decidere, dato che stiamo rispettando tutti il principio di non toccare i pilastri della riforma». Questo il commento del deputato "bersaniano" Alfredo D'Attorre, che si dice "convinto" che un iter parlamentare sia la strada migliore per un percorso rapido.
(Immagine da ilfattoquotidiano.it)
Giovanni Maria Elia