Riforma della giustizia, bagarre alla Camera

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Riforma della giustizia: via libera della Camera, ma senza maggioranza qualificata

Con 243 voti favorevoli passa la separazione delle carriere. Proteste in Aula e prossimo step al Senato

La Camera dei Deputati ha approvato in terza lettura la riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere. Il provvedimento ha ottenuto 243 sì e 109 no, raggiungendo la maggioranza assoluta necessaria per il proseguimento dell’iter parlamentare. Non è stata invece centrata la soglia dei due terzi dei voti, che avrebbe impedito un eventuale referendum sulla riforma della giustizia.

Maggioranza assoluta, ma non qualificata

L’esito della votazione ha aperto la strada al passaggio definitivo in Senato, ultimo step prima dell’eventuale consultazione popolare. Per evitare il referendum sarebbero stati necessari almeno 267 voti favorevoli: un traguardo mancato che lascia dunque agli italiani la possibilità di esprimersi direttamente.

Tensione in Aula e bagarre tra i deputati

Subito dopo l’esito della votazione si è registrata forte tensione a Montecitorio. Alcuni deputati dell’opposizione hanno contestato gli applausi della maggioranza rivolti al governo. Ne è seguita una vera e propria bagarre in Aula, con momenti di tensione che hanno portato il presidente di turno Sergio Costa a sospendere temporaneamente la seduta.

Le reazioni della politica

La premier Giorgia Meloni ha commentato sui social:

"Con l'approvazione in terza lettura alla Camera, portiamo avanti il percorso della riforma della giustizia. Continueremo a lavorare per un sistema giudiziario più efficiente e trasparente. Ora attendiamo l’ultimo via libera del Senato".

Anche il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha definito la votazione una “vittoria storica”, ricordando che il partito porta avanti questa battaglia dal 1994:

"Per noi è la quintessenza delle riforme. Adesso vedremo come giudicheranno gli italiani attraverso il referendum".

Prospettive future

L’approvazione in terza lettura non chiude il percorso della riforma: il Senato dovrà esprimersi nell’ultima votazione. Solo dopo, in assenza della maggioranza qualificata, potrà aprirsi il capitolo del referendum costituzionale.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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