Politica

Riforma Senato, via libera all'articolo 21: nuovi quorum per elezione Capo di Stato

ROMA, 07 OTTOBRE, 2015 - Con 161 sì, 3 no e 5 astenuti, la Camera Alta ha dato il via libera all'articolo 21 del Ddl Boschi, inerente alle modifiche dei quorum d'elezione del Capo di Stato. Non sono mancate le bagarre all'interno dei gruppi politici con spaccature nell'accordo d'opposizione e inaspettato avvicinamento di Forza Italia al Pd.[MORE]

LA VOTAZIONE DELL'ARTICOLO 21

Dopo l'accordo raggiunto dal Pd e dalla maggioranza, l'articolo 21 è stato approvato nella identica stesura precedentemente confermata dalla Camera. Il quorum del settimo scrutinio, infatti, sarà pari ai 3/5 dei votanti. Assenti i parlamentari leghisti, si sono astenuti dal votare pentastellati e rappresentanti di Forza Italia. Dopo alcune titubanze iniziali, in particolare durante le votazioni segrete riguardanti l'articolo 12, il Partito Democratico, e la maggioranza, sono apparsi piuttosto solidi. Ha, dunque, retto l'accordo pomeridiano tra minoranza e maggioranza Pd, in merito ai due nodi della riforma Boschi, ossia l’articolo 21, che prevede l’elezione del presidente della Repubblica, e l’articolo 39, riguardante la norma transitoria per l’elezione del Senato.

LA LETTERA A MATTARELLA E IL DIETROFRONT DI FI

Questa mattina, Forza Italia, Lega Nord, Movimento 5 Stelle e fittiani avevano annunciato la volontà di scrivere una lettera, di comune stesura, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere il suo intervento. In seconda battuta, però, Forza Italia ha deciso di appoggiare il Pd durante la votazione dell'articolo 17, manovra, questa, che ha indispettito le altre opposizioni. Diretta conseguenza è stata la spaccatura e il crollo del sodalizio che ha portato, ogni partito, a decidere autonomamente. Il M5S, che in una nota ha duramente attaccato Forza Italia, vuole richiedere al presidente Mattarella un incontro. Nella nota polemica verso gli azzurri, si legge: "oggi Forza Italia ha sostenuto la maggioranza votando insieme al Pd contro un emendamento all'articolo 17, resuscitando in un colpo solo il patto del Nazareno versione ter ed andandosi ad aggiungere alla stampella dei verdiniani che stanno votando questa riforma assieme al governo". Paolo Romani, capogruppo Fi, ha ribadito l'intenzione di scrivere a Mattarella e spiegato la votazione odierna come una necessità tecnica. La lettera al presidente sembra esser stata inviata e intorno le 19.00 ne è stata data comunicazione senza, però, rivelare i termini della missiva. Alcuni imbarazzi per la tecnicità adoperata da FI, pare si siano osservati anche nel Pd, dove, come mantra, hanno ripetuto la non rilevanza dei 30 voti azzurri nella citata votazione. 

LE OPPOSIZIONI RITIRANO GLI EMENDAMENTI

Approvato l'articolo 12, le opposizioni, Lega in primis, hanno ritirato tutti i loro emendamenti sostenendo l'assenza di senso determinata dall'atteggiamento di non considerazione che la maggioranza ha loro riservato. L'assenza di dialogo ha, dunque, causato il ritiro di tutti gli emendamenti di Lega, 5 Stelle e Cor (Conservatori e Riformisti, Raffaele Fitto), e l'accelerazione nell'approvazione degli articoli 13, 14, 15, 16 del ddl Boschi.

VOTAZIONE FINALE E IMPEGNO DELLA MAGGIORANZA SULL'ARTICOLO 39

Intorno le 18,00 Giorgio Tonini, vicepresidente Pd, in risposta ai cronisti, in Senato, ha confermato che la votazione finale sulle riforme è prevista sempre per martedì 13. Il testo dell'articolo 21, che introduce nuovi quorum dal terzo e dal settimo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, ha causato numerose tensioni, mentre sull’art. 39, norme transitorie, il governo, prendendo atto delle richieste della minoranza dem, si è impegnato a presentare un emendamento, ancora da definire, sul nodo della legge elettorale.

Fonte foto: unita.tv

Ilary Tiralongo