L’accusa aumenta la richiesta rispetto al primo grado
Nel processo d’appello Rinascita Scott, in corso a Catanzaro, i pubblici ministeri della DDA di Catanzaro hanno chiesto 14 anni di reclusione per l’avvocato ed ex senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli, tre in più rispetto agli 11 anni inflitti in primo grado nel novembre 2023.
La richiesta è arrivata al termine della requisitoria condotta dai pm Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo insieme al sostituto procuratore generale Luigi Maffia. Nel complesso, la pubblica accusa ha invocato 206 condanne.
Le accuse nei confronti di Pittelli
Pittelli è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, un reato contestato a diverse figure del mondo politico, imprenditoriale e professionale coinvolte nel maxi-processo.
Martedì scorso, lo stesso ex senatore è stato condannato a 14 anni di carcere anche nell’ambito del processo “Mala Pigna”, sempre con l’accusa di associazione mafiosa.
Le altre richieste di condanna
Non solo Pittelli: l’accusa ha chiesto pene severe anche per altri imputati eccellenti del procedimento Rinascita Scott:
- Avvocato Francesco Stilo: conferma della condanna a 14 anni per concorso esterno.
- Michele Marinaro, ex ufficiale della DIA: conferma della condanna a 14 anni.
- Luigi Mancuso, boss di Limbadi: chiesti 30 anni di reclusione.
- Saverio Razionale, boss di San Gregorio d’Ippona: chiesti 30 anni di carcere.
- Pietro Giamborino, ex consigliere regionale: da 1 anno e 6 mesi in primo grado a 20 anni di reclusione richiesti in appello.
- Colonnello dei Carabinieri Giorgio Naselli: da 2 anni e 6 mesi a 6 anni di carcere.
Il contesto del maxi-processo Rinascita Scott
Il processo Rinascita Scott rappresenta uno dei più grandi procedimenti giudiziari contro la criminalità organizzata in Italia, con centinaia di imputati legati alla cosca dei Mancuso di Vibo Valentia. L’inchiesta, coordinata dalla DDA di Catanzaro, ha portato alla luce intrecci tra mafia, politica, imprenditoria e professioni.
Le richieste di condanna in appello confermano la linea dura della magistratura e sottolineano l’importanza di questo processo nella lotta alla ‘ndrangheta. (Immagine archivio)