Il blitz della Polizia di Stato smaschera un sofisticato sistema di occultamento: sequestrati anche 25mila euro in contanti
Rosarno (RC), 16 luglio 2025 – Trenta chili di cocaina purissima erano nascosti all’interno di una statua situata nel giardino di un’impresa privata a Rosarno, nel cuore della Piana di Gioia Tauro. A scoprirlo sono stati gli agenti del Commissariato di Polizia di Gioia Tauro, nel corso di un’operazione antidroga che ha portato all’arresto di un imprenditore 42enne, ora accusato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Un nascondiglio insospettabile: la droga occultata in una statua
Il sequestro ha dell’incredibile: la cocaina era stata abilmente celata in un monumento decorativo situato nel giardino adiacente alla sede operativa dell’azienda riconducibile all’uomo arrestato. La statua, apparentemente innocua, era dotata di un sofisticato meccanismo di apertura e chiusura che permetteva di accedere a un vano interno, utilizzato per nascondere lo stupefacente lontano da occhi indiscreti.
Sequestrati materiali per il confezionamento e contanti
Durante la perquisizione, oltre alla cocaina, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato anche materiale per il confezionamento delle dosi – tra cui bilancini di precisione, buste termosigillanti e nastri adesivi – nonché 25.000 euro in contanti, presumibilmente frutto dell’attività di spaccio.
Il contesto: la Piana di Gioia Tauro tra legalità e criminalità
Il territorio di Rosarno e dell'intera Piana di Gioia Tauro è tristemente noto per la presenza di organizzazioni criminali legate al narcotraffico internazionale. L’operazione odierna conferma l’attenzione costante delle forze dell’ordine su un’area strategica per il traffico di stupefacenti, anche grazie alla vicinanza del porto di Gioia Tauro, uno dei principali hub commerciali del Mediterraneo.
Le accuse e i prossimi sviluppi
Il 42enne è stato posto in stato di fermo con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini ora si concentrano su eventuali legami con reti criminali più ampie e sull’origine della sostanza sequestrata, il cui valore sul mercato illecito potrebbe superare il milione di euro.
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