Cronaca
Sentenza sul Caso Cucchi, la sorella di Stefano: "E' un fallimento dello Stato"
ROMA, 01 NOVEMBRE 2014 – La sentenza d’appello sul Caso Cucchi ha sancito l’assoluzione per insufficienza di prove di tutti gli imputati, chiamati a rispondere della morte del geometra romano Stefano Cucchi, deceduto il 22 Ottobre 2009 all’Ospedale Sandro Pertini, dopo essere stato arrestato il 15 dello stesso mese per detenzione di sostanze stupefacenti.
Sentenza Cucchi: i commenti dei familiari
Dopo la lettura della sentenza, Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, ha dichiarato ai microfoni: «E' una giustizia malata, mio fratello è morto cinque anni fa in questo palazzo cinque anni fa, quando ci fu l'udienza per direttissima, e i magistrati non hanno visto le sue condizioni, quelle di un ragazzo che era stato massacrato nei sotterranei di questo stesso tribunale». Conclude poi Ilaria, asserendo: «Attenderemo le motivazioni e andremo avanti. Chi ha commesso un errore deve pagare, ma non con la vita come mio fratello». La madre di Stefano Cucchi ha così commentato la sentenza: «E' un verdetto assurdo. Mio figlio è morto dentro quattro mura dello Stato che doveva proteggerlo».«Le persone ferite siamo noi e lo saremo per tutta la vita. –Ha aggiunto Giovanni Cucchi, padre di Stefano – Così è stato ucciso tre volte. Vogliamo la verità. Possono assolvere tutti ma io continuerò a chiedere allo Stato chi ha ucciso mio figlio. Proseguiremo la nostra battaglia finché non avremo giustizia. Non si può accettare che lo Stato sia incapace di trovare i colpevoli. Noi vogliamo sapere esattamente chi siano i responsabili». L’avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi, ha annunciato la volontà di presentare ricorso: «Era quello che temevo. Vedremo le motivazioni, e poi faremo ricorso ai giudici della Suprema Corte».
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Il commento di Ignazio Marino
Il primo cittadino della Capitale, Ignazio Marino, ha così commentato la sentenza di assoluzione epr tutti gli imputati: «Il mio rispetto per i giudici è massimo, ma questa sentenza è dissonante rispetto alle conclusioni formulate dalla Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale del Senato che ho presieduto prima di diventare sindaco e che ha svolto una indagine sulle cause della morte di Stefano. La Commissione d'inchiesta si è trovata di fronte alla drammatica vicenda di un ragazzo che ha perso dieci chili in sei giorni: i consulenti della Commissione hanno documentato che, oltre alla disidratazione, il corpo di Stefano riportava alcune lesioni anche vertebrali. Nell'analizzare quanto accaduto, la sensazione forte della Commissione è che nei confronti di Stefano Cucchi abbiano prevalso le esigenze legate agli aspetti cautelativi rispetto a quelli sanitari. Stefano, come detenuto, non si è visto riconoscere lo stesso diritto alla salute di chi non si trova in carcere: la sua famiglia infatti non ha potuto parlare subito con i medici delle sue condizioni di salute, perché serviva l'autorizzazione di un magistrato di sorveglianza. Esprimo quindi la mia sincera vicinanza a Ilaria Cucchi e alla sua famiglia».
(foto italia-24news.it)
Elisa Lepone