Sequestrati 11 quintali di formaggi nel Cosentino per irregolarità igienico-sanitarie

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Controlli dei Carabinieri Forestali nel Parco del Pollino: denunciato il titolare di un’azienda casearia di Mormanno

Gravi irregolarità igienico-sanitarie sono state riscontrate in un’azienda casearia di Mormanno, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. Durante un controllo congiunto dei Carabinieri Forestali e dei veterinari dell’Asp di Cosenza, sono stati sequestrati 11 quintali di formaggi, insieme a quasi un quintale di salumi e oltre 70 chili di spezie conservati in modo non conforme.

Prodotti privi di etichette e ambienti non idonei alla stagionatura

Secondo quanto emerso dalle verifiche, i prodotti caseari erano conservati in locali non idonei e in condizioni igieniche precarie. Molti formaggi erano privi di etichettatura, oppure riportavano etichette non tracciabili, in alcuni casi riconducibili a aziende inesistenti.

Inoltre, parte dei prodotti sarebbe stata acquistata nella grande distribuzione e successivamente rivenduta come produzione propria, un comportamento che configura una frode commerciale. La stagionatura dei formaggi avveniva su scaffalature in legno all’interno di ambienti insalubri, non conformi alle norme di sicurezza alimentare.

Le accuse e le sanzioni

Il titolare dell’azienda è stato denunciato all’autorità giudiziaria per una serie di reati, tra cui frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti con segni mendaci, contraffazione e uso illecito di marchi e segni distintivi.

Il provvedimento rientra nell’ambito dei controlli di filiera volti a garantire la sicurezza alimentare e la tutela dei consumatori, in un settore – quello lattiero-caseario – che rappresenta un pilastro dell’economia locale ma anche un ambito a rischio di contraffazione.

Presunzione di innocenza

È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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