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Speciale In Art - Omaggio a Giorgio Faletti: alias, "Signor pittore"

PERUGIA, 6 LUGLIO 2014 – Ultimo atto e cambio d’abito per Giorgio Faletti: la rubrica di InfoOggi dedicata all’arte contemporanea vuole ricordarlo come pittore appassionato, un altro suo “mestiere” forse non a tutti noto, in cui riusciva in modo sorprendente, così come nei romanzi, nelle gag TV o sul palcoscenico, confermandone il talento non comune e multiforme.

«La cosa peggiore che puoi fare a te stesso è porti dei limiti. A volte le cose succedono per caso, ma bisogna sentirsi liberi mentalmente», aveva recentemente dichiarato in una intervista per Repubblica, confessando il senso di libertà che provava nell’esprimersi con i colori: «Dipingere mi ha sempre incuriosito, anche se non osavo».

«La sua opera – ha commentato il ministro dei Beni culturali Franceschini - ha attraversato gran parte del panorama nazionale della cultura e dello spettacolo regalando emozioni profonde ma anche intelligenti momenti di leggerezza».

Ironico, allegro, brillante, inquieto, Faletti si era avvicinato con discrezione alle arti visive, debuttando con “ARTOUR-O il MUST” (2009), cui sono seguiti altri appuntamenti da “ALIAS” (2010), la sua prima mostra personale – con oltre 5mila visitatori - in scena contemporaneamente ad Alassio e a Genova, un progetto ideato e curato da Tiziana Leopizzi, fino ad “ALIAS – Secondo capitolo 2011”, presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, a cura di Tiziana Leopizzi ed Olivia Spatola.[MORE]

Con il segno del pittore, esponente del “frettolismo”, la nuova corrente da lui fondata - osservava ridendo di sé -, sperimentava con audacia, quasi per gioco, tecniche miste, dimostrando grande abilità nell’accostare piccoli oggetti di uso quotidiano, mirabilia del caso, frammenti esistenziali, di carta o di spartiti, giocattoli, suoni, ricordi. In equilibrio tra pittura e scultura, le sue tele tridimensionali, astratte, assemblage con objet trouvè, come aeroplanini, zebre e pinguini di plastica, rivelano una poetica molto vicina alla Pop Art.

Martina Corgnati, curatrice e critica d'arte, ai tempi di “ALIAS”, di cui aveva curato l’inquadramento storico, scriveva: «Un tipo come lui, di così grande successo in campi limitrofi ma “altri”, è quasi sicuro che si indispettisca, o si annoi, di fronte all’ottusa resistenza che la pittura oppone a chi la conosce poco; o che trasformi la pratica in un semplice passatempo. Invece Faletti si è posto con umiltà e passione, di fronte agli attrezzi di un mestiere tutto da scoprire: colle e tele bianche, barattoli e pennellesse, spatole e alambicchi...».

Ora non restano che le sue opere a donarci o a strapparci un sorriso, insieme alle canzoni e alle belle storie che in questi anni ci ha raccontato.. Ciao Giorgio!


Domenico Carelli

(Foto: locandina “ALIAS – Secondo capitolo 2011”)