Tariffe pubbliche, in Italia aumenti da record. Solo la Spagna è davanti

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MILANO, 27 DICEMBRE 2014 - Spagna, Italia e Irlanda. Sono le prime tre nazioni nell’area Ue a salire sul podio dei Paesi che tra il 2010 ed il 2014 hanno registrato l’incremento più sensibile delle tariffe pubbliche. Dati impietosi che mostrano come in Italia l’aumento è stato del 19,1%, alla pari dell’Irlanda. Il nostro Paese viene superato soltanto dalla Spagna con il 23,7%.

L’area Euro ha subito un rincaro pari all’11,8%, ma a voler fare un confronto con gli altri paesi non c’è di che consolarsi. Se, infatti, la solita Germania riporta soltanto un aumento del 4,2% e la Francia vicino ai rincari medi, ovvero al 12,9%, la Grecia del famoso default mostra un eccesso del 6,1%.

Ad effettuare e riportare questi dati è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese), che oltre ad effettuare la comparazione tra l’andamento delle tariffe nei vari paesi europei, ha analizzato i dati delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti in Italia, fino al Novembre del 2014. Ad incidere sulle tasche degli italiani, durante quest’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, è l’aumento del 12,2% in più, contro un’inflazione che è aumentata solo dello 0,3%.

Analizzando le varie tariffe pubbliche e facendo una considerazione su un arco temporale più ampio, ovvero di 10 anni, a fronte di un incremento dell'inflazione che in Italia è stato del 20,5%, l'acqua è aumentata del 79,5%, i rifiuti del 70,8%, l'energia elettrica del 48,2%, i pedaggi autostradali del 46,5%, i trasporti ferroviari del 46,3%, il gas del 42,9%, i trasporti urbani del 41,6%, il servizio taxi del 31,6% e i servizi postali del 27,9%. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8%.

«Nel nostro Paese - sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per quanto concerne l'acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i più contenuti d'Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono del tutto ingiustificabili. A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni c'è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità di rifiuti prodotta. Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe dovevano scendere, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Si pensi che nell'ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2 per cento in più, contro una inflazione che è aumentata solo dello 0,3 per cento».[MORE]

Ancora più impietose le parole del Codacons, secondo cui «le famiglie italiane si lasciano alle spalle, nel 2014, una stangata da 324 euro a causa dell'aumento delle tariffe nazionali e locali».

(Immagine da ilgiorno.it)

Giovanni Maria Elia

 

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Scritto da Giovanni Maria Elia

Giornalista di InfoOggi

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