TERNI, 9 OTTOBRE 2014 – Sul caso Tk-Ast sfuma l’accordo e l’Azienda non esita ad annunciare la riapertura delle procedure di mobilità per circa 550 dipendenti.
«Con la presente – recita la comunicazione ufficiale -, in relazione alla nota crisi del mercato siderurgico, alle gravi ricadute produttive, all’ottimizzazione dei costi ed al piano industriale presentato il 17 luglio 2014, si comunica che con decorrenza 1 ottobre 2014 sarà indispensabile dare applicazione esclusivamente al vigente contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti all’industria metalmeccanica, ritenendo pertanto disapplicati, inefficaci e comunque oggetto di recesso e disdetta tutti gli accordi aziendali di secondo livello».
Invece, in una nota della Regione Umbria si legge: «Le aziende del gruppo Ast, relativamente all'avvio delle procedure di licenziamento collettivo per riduzione di personale hanno presentato domanda per complessivi 537 dipendenti».[MORE]
Per il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, «La mobilità dovrebbe riguardare circa 500 lavoratori. Noi non gettiamo la spugna - commenta - e vogliamo riaprire il negoziato».
Sciopero degli operai
Intanto, in modo “pacifico”, sono iniziate le proteste dei lavoratori interessati: dal pomeriggio circa duecento operai stanno occupando i binari della stazione ferroviaria di Terni.
Nota dei Vescovi dell’Umbria
“Sulla grave rottura delle trattative all’AST di Terni” arriva anche la Nota dei Vescovi dell’Umbria: «I Vescovi dell'Umbria – vi è scritto -, come è avvenuto in altre simili circostanze, esprimono viva preoccupazione per il fallimento delle trattative che interessano i lavoratori dell’AST di Terni. La rottura delle trattative rende ancor più grave la situazione sociale e occupazionale dell’intera regione dell’Umbria a seguito del paventato avvio della procedura di licenziamento per oltre 500 lavoratori, che porta con sé conseguenze umane e sociali dolorosissime. I Vescovi, mentre esprimono la loro vicinanza e solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie in questo difficilissimo momento, rivolgono un accorato appello alle parti in causa, ThyssenKrupp, Governo, Sindacati, Istituzioni affinché riprendano immediatamente il dialogo e le trattative con toni sereni e aperti alla comprensione reciproca per trovare una soluzione equa e dignitosa per tutti, specie per i più deboli della vertenza in atto».
Domenico Carelli
(Foto: umbria24.it)