Torino, operaio licenziato dopo un trapianto di fegato

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TORINO, 8 MARZO - Licenziato dall'azienda per la quale prestava attività lavorativa dopo il suo rientro in fabbrica ad otto mesi di distanza dall'aver subito un trapianto al fegato. È la storia di A.F., operaio di 55 anni dipendente della Oerlikon Graziano, azienda metalmeccanica di Rivoli, in provincia di Torino.

"Mi hanno fatto una visita e mi hanno dichiarato inabile, mi hanno costretto a tre settimane di ferie forzate e poi lunedì scorso mi è arrivata la lettera di licenziamento", afferma l'ex lavoratore e promette di adire alle vie legali impugnando il licenziamento nella speranza di ottenere un risarcimento.

A seguito della vicenda e in segno di solidarietà i suoi colleghi oggi hanno aderito ad uno sciopero di due ore su tutti i turni proclamato da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil.[MORE]

Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, ha definito il licenziamento del lavoratore torinese, al suo ritorno in fabbrica dopo un trapianto di fegato, "indegno”. “Si tratta - argomenta poi - di un gesto riprovevole, che non ha alcuna possibile spiegazione se non quella di un tipo di gestione aziendale irresponsabile. Nel licenziare A.F., al quale va tutta la mia vicinanza e la mia solidarietà, la Oerlikon ha dimostrato di non tener conto dei più elementari diritti dei lavoratori". La dichiarazione dell'onorevole si conclude con un monito allo scopo di indurre i responsabili del provvedimento ad un ripensamento: "Ci auguriamo dunque che l’azienda ritorni sui suoi passi".

Luigi Cacciatori

Immagine da corriere.it

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Scritto da Luigi Cacciatori

Giornalista di InfoOggi

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