Gli Stati Uniti invieranno nuove armi all’Ucraina. Mosca attacca: “Così non si costruisce la pace”
WASHINGTON / KIEV – Dopo l’annuncio dello stop alle forniture militari americane, Donald Trump fa dietrofront: gli Stati Uniti continueranno a inviare armi all’Ucraina. "Devono difendersi", ha dichiarato il tycoon, attaccando direttamente Vladimir Putin: “Dice un sacco di stronzate, sta uccidendo troppa gente”. Il presidente USA rilancia anche la possibilità di nuove sanzioni contro la Russia.
Armi all’Ucraina: il chiarimento di Trump
Il chiarimento arriva dopo giorni di tensioni internazionali. Nell’ultima telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Trump avrebbe già rassicurato l’alleato: la sospensione degli aiuti militari non sarebbe dipesa da lui, ma da una revisione interna al Pentagono.
Durante una conferenza stampa con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, Trump ha confermato pubblicamente:
“Invieremo altre armi. Dobbiamo farlo. L’Ucraina sta subendo attacchi molto duri”.
Poi l’attacco diretto a Putin:
“Sono deluso, francamente. Non si è mai voluto fermare. Durante le nostre telefonate non faceva che dire stronzate”.
Parole dure, che evidenziano come il Cremlino non sia seriamente intenzionato a negoziare la pace, visti i continui bombardamenti e l'intensificarsi delle operazioni militari russe sul territorio ucraino.
I limiti delle scorte e il nodo dei Patriot
Lo stop temporaneo agli aiuti era stato disposto dal capo del Pentagono Pete Hegseth in seguito a un riesame delle scorte militari USA dopo i raid su obiettivi iraniani. Secondo fonti riservate citate da Axios, al momento solo il 25% dei sistemi Patriot sarebbe disponibile per l’export.
Trump avrebbe promesso a Zelensky 10 intercettori Patriot, ma inizialmente erano previste 30 unità. Si tratta di sistemi d’arma fondamentali per la difesa aerea ucraina, specialmente contro i missili balistici russi. Anche la Germania sarebbe coinvolta in nuove trattative per acquistare ulteriori Patriot dagli Stati Uniti.
Kiev, però, resta prudente: Zelensky ha incaricato il ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore di “intensificare i contatti con Washington”, chiedendo garanzie chiare su quantità, tempi e continuità degli aiuti militari. “Le decisioni politiche devono essere attuate il prima possibile per proteggere il nostro popolo”, ha ribadito.
Mosca reagisce: “Così si alimenta la guerra”
La risposta di Mosca non si è fatta attendere. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha definito la scelta americana “non in linea con una soluzione pacifica”.
“Si favorisce la prosecuzione delle ostilità”, ha dichiarato.
Tuttavia, Peskov ha evitato attacchi diretti a Trump, sottolineando invece “i suoi sforzi per promuovere un negoziato diretto tra Russia e Ucraina”. Secondo Mosca, la responsabilità del riarmo di Kiev sarebbe da attribuire in realtà agli europei, e non alla Casa Bianca.
Russia: suicidio del ministro dei Trasporti Starovoit
Nel frattempo, la Russia registra un cambio al vertice del Ministero dei Trasporti. Il presidente Vladimir Putin ha nominato Andrei Nikitin nuovo ministro, dopo aver rimosso Roman Starovoit, la cui morte è stata confermata poche ore dopo la revoca dell'incarico.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, l’ipotesi principale formulata dal Comitato investigativo russo sarebbe il suicidio. Nikitin, classe 1979, è stato governatore della regione di Novgorod e in passato ha ricoperto l’incarico di viceministro.
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