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Trump in viaggio verso la Corea del Sud, invito a Kim: "Vediamoci al confine"

OSAKA, 29 GIUGNO - “Sto lasciando il Giappone per la Corea del Sud. Già che sarò là, se il presidente nordcoreano Kim mi legge, vorrei incontrarlo sulla linea di confine, giusto per una stretta di mano e un saluto”. Così Donald Trump su Twitter, con un invito informale recapitato al leader nordcoreano Kim Jong Un. 

Un dittatore con cui gli Stati Uniti non hanno relazioni diplomatiche, e che anzi colpiscono con molteplici sanzioni. Ma che “mi legge molto su Twitter e reagisce velocemente”, assicura Trump nella conferenza stampa al termine del G20 di Osaka. Mentre parla ai giornalisti prima di lasciare il Giappone, il capo della Casa Bianca non ha nessuna certezza che il suo invito sarà accettato. Il luogo dell'incontro proposto è altamente simbolico: la cosiddetta De-Militarized Zone (Dmz), confine dove si fronteggiano le due Coree dalla fine della guerra nel 1953.

“Ho un ottimo rapporto con lui, si vedrà quel che riusciremo a ricavarne”, assicura Trump da Osaka. E, come con Vladimir Putin o Xi Jinping, il presidente statunitense sottolinea con orgoglio la propria capacità di tessere relazioni personali, attribuendosi “straordinari successi in politica estera”.

Nel caso della Corea del Nord, in effetti, il bilancio è in parte positivo. Da quando Trump ha sorpreso il mondo intero avvicinandosi a Kim, il regime di Pyongyang ha arrestato i test nucleari e missilistici, quelle provocazioni che sotto le presidenze di Barack Obama e George Bush avevano fatto salire alle stelle la tensione in Estremo Oriente. 

Non appena però Trump ha cercato di strappare a Kim qualcosa di meno precario di una tregua – come accadde al summit di Hanoi, quando il tema della denuclearizzazione fu messo sul tavolo dagli americani – il dittatore si è irrigidito, condannando perfino a morte alcuni suoi collaboratori accusati di essersi “venduti all'America”.

Claudio Canzone

Fonte foto: nbcnews.com