Estero

Ulteriore settimana di protesta per Israele e in 120mila vogliono la democrazia

Continua in Israele la protesta nei confronti della riforma della giustizia e la pausa parlamentare voluta dal primo ministro e le trattative avviata con l'opposizione che non riescono a frenare l’avanzata della protesta.

Questa è la quindicesima settimana consecutiva che va avanti la protesta, dove in quasi 150 luoghi di Israele sono state inscenate proteste riguardanti la riforma giudiziaria promossa dal governo di destra di Benyamin Netanyahu.  

Ma soltanto a Tel Aviv, sin dall'inizio dello snodo principale delle manifestazioni, sono stai, stando ai primi calcoli dei media, circa 120mila la gente discesa in strada nel lungo viale Kaplan che affianca il ministero della difesa. Lo slogan principale, è quello di sempre “Democrazia, democrazia” in difesa della Corte suprema che la riforma vuole limitare nei suoi poteri in un Paese che non ha una Costituzione e “Vergogna, vergogna” indirizzato verso il governo.

Ad essere considerati oggetto di protesta, secondo nei cartelli innalzati da una miriade di bandiere israeliane, della pace e dei movimenti Lgbtq+, il premier e il ministro della sicurezza nazionale, e leader di destra radicale, Itamar Ben Gvir. Combinazione viene messo un cartello - in ebraico e in arabo - in cui si voleva andare avanti a lottare "insieme" contro la Guardia nazionale, obiettivo dell’attuale ministro che la vorrebbe fortemente.

Tra i manifestanti si sono messi in mostra  i “Diplomatici per la democrazia”, espressione del malessere che serpeggia, viste alcune dimissioni, tra i rappresentanti di Israele all'estero. Non pochi le sgridate negli interventi dal palco alla recente decisione di Moody's di scalare il rating di Israele causato dalle incertezze economiche causate nel Paese dalla riforma. anche la domanda di dire stop alle trattative con il governo.

 Nella città di Netanya che si affaccia sulla costa a nord di Tel Aviv, ha visto due manifestazioni opposte: quella antiriforma capitanata da Yair Lapid, leader dell'opposizione e un'altra alla quale ha preso parte lo stesso Ben Gvir.

Davì Massimo

(Fonte immaggine www.tpi.it)