Un buon consiglio è luce!
Fantasticherie del cuore Calabria

Un buon consiglio è luce!

mercoledì 21 dicembre, 2016

È necessario, specie in questo periodo natalizio, riprendersi il proprio ruolo naturale e con esso il gusto della ricerca di Dio, partendo dalle cose semplici della quotidianità. Un modo consapevole per giungere nel cuore di ogni cosa, piccola o grande che sia, ricadente nel sistema sociale a cui si fa riferimento nell’incanalare la propria vita. In poche parole bisogna rientrare in se stessi, senza mai smarrire l’umiltà e l’accortezza di chiedere consiglio. Spesso si è fuori dalla bellezza che ci appartiene attratti da una serie di avvenimenti che non danno spazio al singolo pensiero, tendendo ad uniformare conquiste, malumori ed aspettative in un fantomatico progetto che per esistere deve necessariamente abbatterne un altro. Si vive insomma se muore l’altro, per poi fare quasi sempre la medesima fine.[MORE]

Un gioco al massacro che ha sempre attratto il genere umano nel tentativo di cambiare il futuro, rimanendo spesso fuori da sé stesso. Rientrare nella propria natura può a volte essere troppo tardi, ma permette di far riaccendere la speranza e la voglia di vita perdute. Il vangelo come sempre ci viene incontro con la sua forza sapienziale. Il figlio, pretesa dal Padre la sua parte per vivere fuori dalla casa domestica, si salva nel momento in cui, spogliato per sua stoltezza dalla ricchezza accumulata, trova il coraggio di ritornare dal Padre. Pronto anche a diventare l’ultimo dei servi.

Il ricco Epulone, da sempre ignaro del povero Lazzaro, speranzoso di raccogliere le briciole della sua tavola, prova a rientrare in sé stesso dal fuoco eterno, vedendo Lazzaro accanto ad Abramo nei cieli. A nulla serviranno le sue richieste per sé e i familiari ancora vivi.

Il tempo è ormai scaduto. Ognuno paga per quello che ha fatto. Il Signore non condanna alcuno. È sempre personale la scelta per una salvezza eterna. L’umiltà aiuta a rivedere con occhi chiari il proprio mondo, aprendosi alla sapienza altrui. Nel corso di una vita si rende a volte necessario chiedere un consiglio a chi, come il sacerdote, ha il dono del discernimento che cresce di pari passo con la forza della sua missione. Un confronto che può essere ricercato in famiglia, se si vive nella grazia; tra le persone sagge e per bene che hanno delle responsabilità; con chi della sua esistenza ne ha fatto uno specchio per gli altri, testimoniando il vangelo con le sue opere. Tutto ciò è possibile oggi? Assolutamente si! Non c’è un campo d’azione escluso. Anche i potenti come il ricco Epulone, presenti in ogni epoca, dovrebbero capire che un consiglio santo potrebbe evitare danni incalcolabili nella realtà collettiva, oltre che in quella personale. Non è solo il disgraziato che ha bisogno della saggezza della Parola, ma ogni singolo uomo, nessuno escluso.

L’umiltà di chiedere nel dubbio un consiglio scarseggia in tutte le sfere sociali, specie se non si riacquista la capacità di rientrare in sé stessi e consegnare nelle mani del Signore la vita che ognuno ha avuto da Lui in prestito. Commentando le parole di esortazione dell’ispiratrice del Movimento Apostolico, il teologo Mons. Costantino Di Bruno, ricordando che il carisma del consiglio fa parte dei doni dello Spirito Santo, così scrive in proposito: “Consigliare i dubbiosi” è anche opera di misericordia spirituale. Il consiglio è un dono di luce nella verità di Cristo, del suo Vangelo. Consigliare è indicare la strada perché da un luogo si giunga ad un altro. Nel consiglio spirituale sempre la volontà è libera. Se il consiglio è luce, esso non è imposizione. Se è imposizione non è consiglio”. La differenza tra obbligo e consiglio è significativa. Per un credente è basilare saperli distinguere e praticare, così come per ogni uomo di buona volontà.

Egidio Chiarella
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