Unicef: allarme sulla malnutrizione infantile in Somalia
Estero Lazio

Unicef: allarme sulla malnutrizione infantile in Somalia

giovedì 30 marzo, 2017

GINEVRA, 30 MARZO - "I bambini stanno morendo per malnutrizione, fame, sete e malattie. Durante la carestia del 2011, circa 130mila bambini sono morti, di cui circa la metà dei prima che la carestia fu dichiarata. Stiamo oggi lavorando con i nostri partner per fare in modo che non accada di nuovo". Con queste drammatiche parole Leila Pakkala, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa orientale e meridionale, ha informato della situazione in cui continua a versare la Somalia.[MORE]

Questo allarme divulgato dall’Unicef cerca una più efficace mobilitazione per scongiurare una catastrofe come quella della carestia in un paese in cui aumentano i bambini affetti da malnutrizione acuta grave. Dal sito internet dell’organizzazione è possibile prendere visione del rapporto realizzato dal gruppo appartenente alle Nazioni Unite per la stima della mortalità infantile, Igme, sotto l’egida dell’Unicef e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ,Oms.

Dal documento "Levels & Trends in Child Mortality" , “Livelli e tendenze della mortalità infantile”, emerge che la Somalia, nel 2010,  ha registrato un tasso di mortalità infantile pari a 180 decessi ogni mille nati vivi, il più alto al mondo. A riguardo Rozanne Chorlton, rappresentante Unicef in Somalia, ha dichiarato: “non c'è dubbio che per un bambino la Somalia sia uno dei luoghi più difficili dove sopravvivere”. Secondo i dati rilevati, nel centro e nel sud del paese, 750mila persone sono a rischio imminente di morte mentre 1,5 milioni di bambini necessitano di assistenza umanitaria, di cui 336mila bambini, di età inferiore ai cinque anni, sono affetti da malnutrizione acuta.

Concludendo la Cholton ha affermato: “Per essere sicuri di salvare la vita dei bambini, abbiamo bisogno di un serio investimento nel futuro della Somalia per fare in modo che una crisi come quella attuale non si ripeta mai più. Questo investimento deve iniziare dai bambini, che sono sempre i primi a soffrire durante i periodi di carestia e di crisi”

 

Immagine da: unicef.it

Caterina Apicella


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