Usa-Russia: telefonata tra Trump e Putin. Gli scenari e le prospettive del dopo Obama
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Usa-Russia: telefonata tra Trump e Putin. Gli scenari e le prospettive del dopo Obama

martedì 15 novembre, 2016

WASHINGTON, 15 NOVEMBRE - Le elezioni americane della scorsa settimana hanno dato inizio ad una nuova fase geopolitica che decreterà il nuovo presente mondiale. La vittoria del tycoon Donald Trump, a spese della candidata democratica Hillary Clinton, ‘spezzeranno’ gli otto anni di Obama. Le note diversità di vedute tra il presidente uscente ed il prossimo (il 45esimo - n.d.r) potrebbero rappresentare un cambiamento di rotta nei rapporti tra le principali forze mondiali. [MORE]

Il profilo basso dei discorsi post trionfo trumpiani non cambia le “promesse da campagna elettorale”. Tanto è vero che ieri il neo presidente è tornato a cavalcare il tema legato al muro al confine con il Messico. Dinanzi a Cbs, Trump aveva confermato le proprie intenzioni: «Costruirò il muro in Messico. Deporterò i clandestini con procedimenti penali». L’impressione è che il tema diverrà molto caldo a partire dal reale insediamento del tycoon alla Casa Bianca, previsto a gennaio 2017.

Ed intanto, il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una lunga telefonata con lo stesso Trump: si tratterebbe della prima telefonata tra i due leader. E’ così che Trump, tra alleanze da rafforzare e strategie da delineare, nomine comprese, si appresta ad introdursi nei grandi dello scacchiere globale. Trump e Putin avrebbero deciso di incontrarsi prima possibile. Incontro che sarebbe previsto subito dopo l’inizio dell’era Trump per costruire «una relazione basata sul dialogo in base al principio di rapporti tra pari, del rispetto reciproco, e di non interferenza negli affari interni». Uno scenario che potrebbe ‘congelare’ la guerra fredda 2.0 che aveva invece caratterizzato i non idilliaci rapporti tra Putin e Obama.

Novità arrivano anche dalla Cina: la tv cinese ha infatti parlato di un imminente incontro tra Trump e la presidenza cinese. Notizia certa, poiché confermata dallo staff di The Donald e da Pechino. Durante la telefonata con il collega Xi Jinping, è stata affermata la necessità di una «cooperazione bilaterale, l’unica scelta corretta». Qui i futuri scenari sono ancora da definire, considerate le dichiarazioni in campagna elettorale di Trump contro la Cina, colpevole di «succhiare il sangue» ai cittadini e all’economia americana.

Chi avverte un certo senso di preoccupazione ed isolamento è invece l’Unione Europea, timorosa di veder ridotto il proprio ruolo dopo l’elezione di Trump. Le preoccupazioni europee non sono peraltro uniche. E quando ad Obama chiedono di questa preoccupazione, il presidente uscente risponde: «Certo che sì, abbiamo emergenze su tante questioni». Non è nemmeno un caso probabilmente che l’ultimo viaggio di Obama sarà in terra europea, probabilmente per cercare di rassicurare gli alleati. Obama vedrà infatti tutti i principali leader delle nazioni europee: Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia. Il termine della «fase di transizione» Obama-Trump rivelerà i meccanismi di questa nuova futura (e presente) fase.

 

foto da: ilfoglio.it

Cosimo Cataleta


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