Va ritrovato il "vero senso" della vita
Fantasticherie del cuore Calabria

Va ritrovato il "vero senso" della vita

mercoledì 11 ottobre, 2017

Bisogna sempre ricordare che la misericordia divina non è una “corriera” che offre la possibilità di violare o cambiare a proprio uso e consumo l’itinerario tracciato dalle beatitudini e dai comandamenti. Essa di sicuro non mancherà mai a chiunque la invochi, anche se dovesse trovarsi in difficoltà nel rientrare nei confini del perimetro evangelico. Ma lo sconfinato amore di Dio, se da una parte accompagna l’uomo per poterlo salvare, dall’altra non di certo è pronto a coprire le irriverenze alla Parola e alla natura umana, rimaste illese sino all’ultimo distacco. Il giudizio finale non ha sconti per nessuno, perché maturato esclusivamente a causa delle libere scelte individuali e collettive e non per un insufficiente atto misericordioso del Creatore. È perciò indispensabile attualizzare la Parola senza snaturarla, ma rendendola viva nel contesto in cui si opera.[MORE]

Una coerenza che non permetta di cancellare quei principi universali, in grado di garantire un mondo attraversato da mille paure ed infinite incertezze. Non si possono quindi inserire nella lettura attuale del vangelo elementi estranei ad esso, perché si rischia di trasformarlo in qualcosa di diverso. Scrive il mio maestro spirituale: “Il Vangelo va letto con il Vangelo e interpretato con il Vangelo. Se noi mettiamo in esso un solo elemento estraneo, concorriamo alla sua alterazione. È come se in una formula matematica lunga un chilometro, cambiassimo un solo segno, mettessimo un più dove vi è un meno. Tutto il risultato risulterebbe falso. Se si dovesse costruire qualcosa, tutta la costruzione risulterebbe priva di consistenza.

La stessa legge vale per la chimica, la fisica, ogni altra scienza. Eppure oggi il cristiano è come se si dilettasse ad aggiungere elementi estranei al Vangelo. Un solo segno modificato, modifica tutto il Vangelo. Una sola falsa interpretazione corrompe tutta la sua verità”. L’uomo deve solo mettersi d’accordo con sé stesso e decidere se scegliere il Signore come “re” della sua vita o rifiutarlo, consegnandosi a certe teorie mondane. È sempre l’uomo che, avendo avuto dei doni divini in prestito, dovrà stabilire se metterli a frutto, come le monete (Lc 19,11-27) lasciate dal padrone ai suoi servi prima di partire per un Paese lontano.  È certo che alla fine, dopo aver scelto nella libertà personale quanto si è fatto, bisognerà rendere conto a Dio. L’intera esistenza non è altro che il tempo a disposizione per chiunque voglia rivedere la sua vita e conformarla al vangelo.

C’è infatti oggi la tendenza a presentare un Dio che non esclude dal suo regno alcuno, anche se ha ferito i principi assoluti della natura e ha profanato le differenze umane, negando di fatto l’essenza ontologica e naturale della creazione. È chiaro che anche a chi “sporca” l’essenza naturale e divina della persona non gli mancheranno le possibilità, come succede a chi sceglie e segue la Parola, di redimersi e salvarsi. Non accettare questa verità significa falsare la realtà quotidiana, a favore di un mascherato benessere interiore ed esteriore che abitua l’uomo a fingere con sé stesso. Il vangelo non nasce per turbare i cuori, ma per metterli in sicurezza permanente. Sta qui la chiave di volta necessaria a rilanciare e ritrovare il “vero senso” della vita, riportandola non al centro fittizio, ma a quello reale dell’esistenza umana.

 Egidio Chiarella

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