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Vaccini, Di Maio prova a chiarire: M5S non è contrario

MILANO, 13 AGOSTO – Nel rilasciare un’intervista al Corriere della Sera, il vicepremier nonché capo politico del M5S Luigi Di Maio ha cercato di chiarire la posizione dei vertici del suo partito sull’argomento vaccini, che così tanto sta dividendo l’opinione pubblica negli ultimi mesi. [MORE]

Per quanto concerne l’utilizzo generale dei vaccini, Di Maio ha dichiarato di aver intenzione di mettere a tacere quelle idee “malsane”, che possano esser nate o diffuse tra alcuni esponenti del MoVimento, riguardo la scarsa utilità delle somministrazioni mediche od anche la frequenza di effetti collaterali. Egli ha infatti affermato che il partito non avrebbe mai ufficialmente espresso una posizione contraria sul tema, almeno da quando l’ex vicepresidente della Camera dei Deputati ne è divenuto “capo politico”, ribadendo anzi la propria intenzione di mantenere una legislazione propositiva sulla questione. Ciò che invece sembra continuare a scatenare le ire di molti esponenti pentastellati continua ad essere lo schema su cui si basano le norme della “legge Lorenzin”, che hanno legato agli obblighi vaccinali la frequenza scolastica, “anche quando non vi è rischio di epidemie” – secondo quanto sostenuto da Di Maio.

Il vicepremier ha dunque ribadito che l’intenzione della porzione gialla della maggioranza di governo sia quella di pervenire all’approvazione di un nuovo ddl mediante il quale siano in tal senso modificati quegli aspetti dell’attuale normativa che collegano il tema vaccini al tema scuola. Tuttavia, la riforma da lui auspicata necessiterebbe naturalmente di passare attraverso le varie fasi parlamentari e pertanto avrebbe bisogno di tempo per giungere in porto. Lo stesso Di Maio ha dovuto chiarire che il nuovo anno scolastico inizierà senza dubbio in regime di “legge Lorenzin” e che di conseguenza per garantire la frequenza dei bambini negli istituti sarà necessario presentare le documentazioni prescritte. Di Maio si è detto tranquillo del fatto che la legge verrà applicata, poiché le famiglie sono tenute a sapere che “rischiano fino a due anni di galera se falsificano l’autocertificazione”. “Le norme sui vaccini vanno applicate, perché non si gioca con la salute” – ha precisato.

A proposito delle eventuali riforme in cantiere, il ministro del lavoro e delle politiche sociali ha annunciato anche un possibile decreto legge per ricostituire la cassa integrazione per cessazione di attività. Tale misura riprenderebbe dunque quanto fu stabilito già dal Governo Renzi con DM n. 95075 del 25 marzo 2016 sottoforma di integrazione salariale straordinaria da concedersi qualora all’esito di un programma di crisi aziendale, l’impresa cessi l’attività produttiva ma proponga concrete prospettive di rapida cessione con conseguente riassorbimento del personale, ma nella proposta di Di Maio potrebbe non trattarsi più di una semplice proroga a tempo, quanto piuttosto di un’indennità stabile erogata dall’INPS, quale nuovo caso di CIGS. Il ministro ha comunque precisato che, come per tutte le altre riforme proposte, sarà necessario serbare il massimo rispetto degli equilibri di bilancio, ma ha ribadito la sua volontà di tentare anche cambiamenti ulteriori nell’economia del Paese, che possano consentire di abbattere il debito pubblico. Si è poi preoccupato di specificare anche che il tetto del 3% nel rapporto deficit/PIL non verrà sforato, come imposto dal Patto di Stabilità e Crescita del 1997. Inoltre, Di Maio ha annunciato di voler coinvolgere Conte e Tria per individuare nuovi strumenti atti a stimolare la domanda interna e per portare avanti una “lotta senza quartiere contro tutti gli sprechi”. Riguardo TAV e TAP, il vicepremier insiste nel chiedere che ne vengano ridiscussi i termini, ma si è detto fiducioso che si possa pervenire entro fine anno ad un’intesa che metta d’accordo tutte le parti in causa.

Sul piano più strettamente politico, invece, il leader pentastellato ha cercato di fornire rassicurazioni sulla tenuta dell’esecutivo, affermando di poter lavorare con la Lega in piena lealtà per i prossimi cinque anni. “Io e Salvini ci capiamo al volo” – ha dichiarato – “per questo, non posso sperare nello sfaldamento dell’alleanza di centrodestra; semplicemente, osservo che i rapporti tra sedicenti alleati sono arrivati ad un punto critico”. Per quanto riguarda infine le prossime elezioni europee, Di Maio sostiene che numericamente la maggioranza formata da PPE e PSE non sarà più in atto, di qui il suo monito finale: “finirà l’epoca dell’austerity ed inizierà un nuovo settennato di bilancio espansivo, grazie anche al nostro governo che ha oltre il 60% di consensi, mentre l’establishment UE sarà spazzato via da elezioni storiche”.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: corriere.it