Venerdi dopo le ceneri: Il digiuno gradito a Dio
Parola e Fede Lazio

Venerdi dopo le ceneri: Il digiuno gradito a Dio

venerdì 16 febbraio, 2018

 Vangelo del giorno: Mt 9,14-15
Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno.[MORE]

Non è la prima volta che a Gesù viene posta una domanda nel Vangelo. E non è la prima volta che la sua risposta non sia “apparentemente” perfettamente chiara, come “apparentemente” non è chiaro quando, a miracolo avvenuto, dice di non dirlo a nessuno. In ciò che Gesù dice e fa c’è un motivo, sempre. Non dimentichiamo che Gesù vive sempre un atteggiamento di perfetta obbedienza alla volontà del Padre.
A volte, e ce ne accorgiamo anche dal nostro vissuto, non sempre si può rispondere con pienezza di verità, rivelando pensieri e cuore, o sentimenti profondi, o disegni da attuare. L’altro non comprende. Questo non significa non dire la verità o ingannare la persona. Certi pesi non si possono portare oggi ma domani si. Ci vuole sempre una grande luce di Spirito Santo nel parlare, nel fare, nell’agire. Gesù questa luce la possiede. La giusta riposta necessita di alcune conoscenze: il cuore di chi chiede e il fine per cui l’altro chiede. Perché quella persona mi sta ponendo quella domanda? Qual è il fine? Vuole chiedere per crescere? Vuole chiedere per mettermi alla prova? Vuole chiedere per seminare zizzania?


I discepoli di Giovanni chiedono a Gesù perché permette che i suoi discepoli si comportino in modo differente da loro, che sono bene ammaestrati da Giovanni sul digiuno, e anche dai discepoli dei farisei, anche essi eccellenti maestri della tradizione dei padri. Essi sono fedeli alle regole del digiuno, mentre i suoi proprio non se ne curano. Un maestro deve prestare ogni attenzione alle antiche regole, altrimenti agli occhi della gente perde di credibilità. Se tu Gesù non vigili, non sei un buon maestro. Diciamo subito che Gesù non è venuto per ripristinare o rinnovare le tradizioni dei padri, la sua missione è ben diversa: Lui è stato mandato per ricreare l’opera del Padre che è l’uomo. Questa verità è a loro umanamente inconcepibile, rivelarla non sarebbe stata compresa. Gesù è obbligato a dare una risposta. Lui è il Maestro e se interrogato sempre deve rispondere con saggezza, intelligenza, secondo verità. Lui aggira l’ostacolo. Dichiara loro che il non digiuno è solo momentaneo. È come se uno partecipasse ad una festa di sposalizio. Di certo non si va per digiunare, ma per gioire con gli sposi. Ora i suoi discepoli è come se si trovassero ad una festa. Non possono digiunare. Poi la festa finirà ed essi digiuneranno. La risposta serve non solo a rivelare la verità, ma soprattutto a portare pace nei cuori.


Qual è il digiuno gradito dal Signore? Ce lo ricorda la prima lettura di oggi.


Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”». (Is 58,1-9)

E su questo dovremmo tutti imparare moltissimo. I nostri digiuni, quelli dal cibo spesso fanno ridere per come vengono fatti ma aldilà di questo pochi o nessuno sanno che quel digiuno fatto dovrebbe servire a sfamare un bisognoso. Io oggi non mangio un piatto di pasta per darlo ad un povero. Dovrebbe essere così. viene fatto cosi? Poi oggi siamo così sazi di tutto che ogni cosa perde del reale significato. Quanto bello sarebbe se ciascuno di noi digiunasse da ciò che non lo fa diventare santo. Quali cose sono che non ti fanno diventare santo? Buon esame di coscienza.
Buon venerdì di Quaresima. Buon cammino a tutti.


Don Francesco Cristofaro


Autore
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