CARACAS, 9 MAGGIO 2014 – Drammatico bilancio in Venezuela, dove a seguito di scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, un poliziotto ha perso la vita e tre sono rimasti feriti. L'uomo è stato raggiunto da un colpo d'arma da fuoco, mentre si tentava di rimuovere quattro accampamenti dei manifestanti. C'è il sospetto che i colpi siano partiti dall'alto, dai palazzi sovrastanti, da parte di cecchini. Ciò ha scatenato l'ira del presidente Nicolas Maduro, che ha puntato il dito contro l'opposizione, e ha definito i manifestanti “vili” e “violenti”. In seguito agli scontri, sono stati fermati 243 persone.
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La violenza è esplosa quando s'è tentato di rimuovere gli accampamenti dell'opposizione. La reazione da parte degli occupanti è stata dura, con lancio di molotov e pietre contro gli agenti, i quali a loro volta hanno risposto con lancio di lacrimogeni. Il ministro dell'interno Miguel Rodriguez ha fatto sapere che la polizia ha sequestrato armi, droga ed esplosivi negli accampamenti.
Le proteste in Venezuela contro il neo-governo Moduro, il successore di Chaves, sono esplose lo scorso 2 febbraio nello stato di Tachira, per poi estendersi repentinamente nel resto del paese. Finora gli scontri hanno causato 40 morti in tutto il paese. I motivi della rabbia sono, tra i tanti, l'alto tasso di criminalità, la carenza di prodotti di prima necessità e l'aumento dell'inflazione. Ai piani alti, invece, Maduro accusa gli Stati Uniti e le opposizioni, di portare avanti un complotto per poter effettuare un colpo di stato, mentre l'opposizione accusa Maduro di aver represso gli oppositori del governo con la violenza e una serie di arresti.
Foto: internazionale.it
Dino Buonaiuto