Politica

Verso l'Italia liberata: anniversario della nascita di Piero Calamandrei

FIRENZE, 21 APRILE 2014 – Nella stessa settimana in cui l’Italia si accinge a festeggiare l’anniversario della Liberazione dall’oppressione nazi-fascista, ricorre la nascita di uno degli uomini che più hanno contribuito alla fine dell’epoca buia della dittatura e della guerra nel nostro Paese, uno dei padri fondatori della Repubblica Italiana e della Costituzione: Piero Calamandrei.

Nato a Firenze il 21 aprile 1889, Calamandrei si impegnò a fondo nel contrasto alla dittatura fascista fin dal suo principio. Collaborò, tra gli altri, con Salvemini e i fratelli Rosselli, insieme ai quali fondò il Circolo di Cultura di Firenze, distrutto per mano degli squadristi nel 1924 e in seguito definitivamente chiuso per ordine prefettizio.[MORE]

Il suo impegno civile e politico si configurò poi nella scelta di aderire all'Unione nazionale antifascista, che nel 1925 sottoscrisse il manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce. Inoltre, partecipò alla pubblicazione di Non mollare, lo scritto che contribuì a ispirare il movimento di Giustizia e Libertà e il Partito d’Azione.

Impegnato studioso e competente giurista, fu uno dei principali ispiratori del Codice di procedura civile del 1940. Nel momento in cui gli venne chiesto di sottoscrivere una lettera di sottomissione a Mussolini, però, non esitò a lasciare immediatamente il proprio incarico universitario, per ritornare da rettore presso l’Ateneo fiorentino solo dopo la caduta del fascismo.

Fondò il Partito d’Azione e mantenne attivo il proprio interesse e i contatti con i movimenti partigiani della Resistenza, della quale fece parte anche il figlio Franco. Fu nella fase successiva alla Liberazione che Calamandrei venne nominato membro della Consulta Nazionale e dell’Assemblea Costituente, contribuendo alla redazione della Costituzione su cui oggi si basa la nostra democrazia.

Notevoli le sue doti di scrittura, la sua immediatezza e l’efficacia, come testimonia la nota epigrafe con la quale Piero Calamadrei rivolse dure parole al generale nazista Albert Kesselring, responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Elogiando la forza, il coraggio e l’amore per la libertà contro ogni oppressione di tutti gli italiani, quelli che avevano combattuto così come le nuove generazioni, scrisse infatti al criminale di guerra Kesselring: “Su queste strade se vorrai tornare / ai nostri posti ci ritroverai / morti e vivi collo stesso impegno / popolo serrato intorno al monumento / che si chiama / ora e sempre / resistenza”.

Valentina Vitali